L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo
l’ ITALIA E LA QUESTIONE DEL CALENDARIO
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Se le idee possono paragonarsi a dei fili, che matassa arruffata, nel pensiero ortodosso, le idee sul Calendario ! Ed ora viene in scena, ancora a proposito della riforma gregoriana la condanna di Galileo. Se y’ ha un fatto che è, sciaguratamente, storico, ma su cui gli Ortodossi dovrebbero, nel loro interesse, scivolare piuttosto che insìstervi, questo è la condanna di Galileo. Ora, anche ultimamente, un alto personaggio ortodosso, a cui sottoponeva alcune ovvie riflessioni concernenti la questione del Calendario, pure accettandole con una rara c deferente cortesia, trovava modo, nella sua risposta, di menzionare la condanna di Galileo... Giacché è così, e quel fatto fu e continua ad essere sfruttato, non foss' altro come apologia del mantenimento della differenza eziandio delle date, parliamone senza ambagi.
VI. L’ affare di Galileo e la delimitazione della pontificia infallibilità.
La condanna del Calendario gregoriano (1593) e quella del sistema copernicano (1633). Pratiche conseguenze dell’ una e dell' altra. Un appello alla lealtà tedesca [an die deutsche (Jemdheit). Quinto Orazio Fiacco paciere. Fatto certamente deplorevole è la condanna, nella persona dell’ illustre astronomo italiano, del sistema copernicano, e lunga sarebbe l’enumerazione di distìnti scrittori cattolici che punto non esitarono a così qualificarlo. Se però la condanna di Galileo è sicuramente, al punto di vista umano, un fatto deplorevole, essa non fu senza influenza in quella felice delimitazione (lat. definitio ) della pontificia infallibilità, proclamata nel Concilio Vaticano, di cui tanto si rallegrava, a ragione, il nostro Manzoni. ( £ ) Nè questo solo ;ma è ben lecito domandarsi
è) Ad una signora che, durante il Concilio Vaticano, mostrava di temere che la definizione dell’ infallibilità del Papa, parlante ex cathedra, desse a! medesimo la voglia di creare dogmi per divertimento, un Vescovo inglese tranquillamente rispose : « Define is confine (definire è mettere entro limiti) p Infatti, grazie a quella definizione, l’atto interno di fede, che è qualcosa di assoluto; che non ammette il più e il meno ne è tale, per sua natura, che gli si possano applicare, come si fa talvolta, le dosi degli speziali, è ora esattamente circoscritto, e nettamente distinto dall’atto interno di obbedienza, che è tutt’ altra cosa Dacché il mondo esiste, a nessuno è mai venuto in capo di conferire ai parenti ed ai generali d’annata l’infallibilità, per ottenere, nel primo caso, la più schietta e sentita deferenza figliale e, nel secondo, la più ferma convinzione del dovere della disciplina militare. Nel caso nostro, la più elementare umiltà cristiana, che altro non è se non la verità nell’apprezzamento di noi stessi —; lapin elementare esperienza della propria fallibilità; la più elementare preoccupazione dei danni risultanti sia dall’insubordinazione alle legittime autorità, sia dall’ ingerirsi, senza divina chiamata e speciale competenza, nel governo della Chiesa: sopratutto, poi, il pensiero e