L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo
Soltanto dopo più di 35 secoli e non prima, a meno di qualche imprevista modificazione nelle leggi del sistema solare, il divario tra 1 ? anno civile e il tropico monterà ad un giorno che abbisognerebbe sottrarre all'anno civile corrente e, conquesto unico ed ovvio spediente, le stagioni sarebbero ricollocate al loro posto e là rimarrebbero, nel nostro Calendario, per più di 35 secoli ancora. In verità il suo cosi detto « errore » è tanto tenue ; il rimedio tanto facile, e v' ha sì grande convenienza a lasciar qualcosa da fare eziandio alla tarda posterità, che può parere al tutto superfluo l'indagare se non si potrebbe trovare un Calendario ancora più perfetto. Si ha, però, a che fare coll' Oriente e, in Oriente, una tale questione è di sommo interesse pratico, perchè nulla è più comune che dì udire Ortodossi che ragionano così : « Perchè abbandoneremo noi il Calendario giuliano benché erroneo, per abbracciarne un » altro meno erroneo ma erroneo esso pure? Si cominci dal » creare un Calendario scevro d 7 ogni errore, e allora saremo * lieti di adottarlo ». Tanto si legge anche in documenti di carattere ufficiale ! Per un fenomeno, ad ogni modo felicissimo, di telepatia non locale ma cronologica, questo medesimo invito a creare un Calendario possibilmente perfetto dura ornai da più di tre secoli, ed esso ei viene dagli stessi autori della riforma gregoriana. Trattandosi di un'opera in cui ebbero buona parte de’ connazionali, non è senza una viva soddisfazione che la troviamo eziandio caratterizzata, nel modo di procedere, da quella cautela che sempre accompagna la creazione di cose durature. La Santa Sede volle che alla riforma tenesse dietro un commentario ufficiale della medesima, ove si troverebbero le ragioni doli' operato. È in questo Commentario che tutti possono leggere quanto segue : « Noi francamente ricono» sciamo che la posterità potrebbe benissimo scoprire una -> durata (media) dell’ anno tropico, diversa da quella da noi » adottata; e questo a causa dell'incertezza e ineguaglianza » della sua durata. Quando ciò avvenisse, sarebbe da sosti » tuirsi alla nostra una nuova regola di intercalazione » (*). Arrendiamoci pertanto al doppio invito degli Ortodossi e
(M «. . .Ktiaoasi a posteris, alia anui magnitudo fortassis * ac proinde alia quoque intercalationis repula secundum eam instituenda > sit , quod quidem posse accidere ingenue fatemur propter anni magnitudi» nem inceptam et inaequalem eie. » Clarius (Christ. S. JJ Romani Calendarii a Gregorio XIII P. M. restituti explicatio, S. D. N. Clementis Ylli jussu edita . Romae ICO 3, C. V. g. 15 et passim.
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l’ ITALIA E LA QUESTIONE DEL. CALENDARIO