La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

52 PARTE PRIMA

già di una forma convessa compresa in una concava, come una statua in una nicchia ; il tutto integrato dall'idea di movimento e di varietà.

Nel quinto, Leonardo trova la formula più appropriata all'arte sua, già pienamente individuata di fronte alla tradi zione. Spostando il problema, liberandosi da tutto ciò che in erte è mestiere, da tuito ciò che è materiale attuazione, egli può trascurare nello stesso tempo disegno e colore, trovare dell’ uno e dell'altro una sintesi che li annulli. Perchè la pittura è ombra. La definizione è sublime, ed è spontanea. Sembra quasi che Leonardo nemmeno si accorga del gran valore di essa: arriva alla conchiusione centrale partendo da categorie esterne. Sembra che certe astrazioni vogliano distrargli la mente inutilmente ; ogni astrazione finisce nel concreto, ogni strada conduce al centro della sua visione. Colore (qualità), grandezza (quantità), posizione (sito), limitazione delle grandezze (figura): tutto ha valore soltanto in rapporto con l'ombra; tutto finisce nell’ombra. Certo Leonardo non ebbe mai più un momento così felice e così puro di confessione spontanea, anche se altrove definì aspetti diversi e importanti dell’arte sua.

Notevole è il passo ottavo per l’interpretazione psicologica del movimento in arte, e per l'esigenza intellettuale del decoro. Ma assai più importante è il passo nono, dove Leonardo si sofferma sull’ « attitudine », cioè sul moto delle immagini, come centro dell’arte. Il moto dell’atteggiamento è |’ impronta della vita nell’ immagine; ed è la prova dell'attività, non manuale, ma spirituale dell'artista. L' interpretazione psicologica del movimento è qui pienamente superata nel concetto del doppio rapporto con | immagine dipinta — poichè ben si tratta di vita pittorica — e con la « grande discrezione d' ingegno » dell'artista, che altro non è se non la sottilità della fantasia di leonardo in persona.