La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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Intanto con meravigliosa alacrità, in nome del papa e del Cardinal legato, intendeva a pace Giulio Mazzariuoj il qual© recatosi ultimamente al campo dello Spinola, sotto Casale, ne strappava queste proposizioni : si facesse incontanente una tregua di 20 giorni per trattare della pace; se entro quel termine non si concludesse, i .Francesi avrebbero uguale tempo per soccorrere la piazza; se per avventura non Tacessero soccorsa la renderebbero agli Spaglinoli (1). Questa proposizione dello Spinola fu comunicata dal Mazzarino al duca, il quale se da un lato se ne soddisfece, perche ne ricavava speranza di un accomodamento, dall'altro se ne dolse, perchè Casale in mano degli Spaglinoli o dei Francesi era pur sempre un grandissimo pericolo jxù suoi Stati ; e per conseguenza fece al M azzanno ima proposta da sostituirsi alla prima, cioè che si demolisse la cittadella di Casale su cui stava tutta l'importanza della piazza; ma. siccome lo Spinola voleva entrarvi ad ogni costo, allora fu stabilito tra il Mazzarino c il duca che i Francesi sgombrerebbero Gasale per otto giorni, e che poscia gli Spaglinoli si ritirerebbero definitivamente dal Monferrato, e che in mancanza di lede, egli duca abbandonerebbe l'alleanza loro per quella francese (2). Il Mazzarino si recò al campo francese, ma non potè aver colloquio cui re, che. infermo a morte, erasi recato a Lione; ebbe invece un colloquio col Richelieu. che da principio sentì veramente o simulò grande sdegno, insultando perfino Mazzarino, il quale con fermo viso Tavverti non tollerare, come rappresentante del Sommo pontefice, ingiurie; il Richelieu finalmente acconsenti al partito dello Spinola, non senza reclamare intorno al tempo, ed esigendo cinque giorni di meno per gli Spaglinoli e cinque di più per loro (3). Ma non solo Mazzarino in nome del Cardinal legato, ma anche Urbano Vili fecero direttamente pratiche per raggiungere la pace tanto desiderata. Le pressioni del cardinale di Lamio raggiunsero buon esito, perchè il Richelieu, sebbene a malincuore « abhorrendo il nome di plenipotenza s'è contentato che il re lo faccia perle istanze di S. S. et ho procurato che sia in amplissima forma col gran sigillo di Francia per maggior soddisfazione «lella vanirà alemanna, et lioggi stesso parte un espresso che lo porta ». Questo scriveva il 27 agosto 1(»30 il cardinale di Bagno a Roma, come risposta alle sollecitudini e premure del pontefice pernii pronto effettuarsi dei partiti di pace (4L Il saccheggio, a cui le milizie tedesche avevano sottoposto Mantova, ed i modi, ondo quel paese cattolico era stato trattato dai generali cesarei. i conti Galasso ed“ Aldrigher, avevano fortemente impressionato il pontefice da indurlo ad attendere con energia al consegni mento della pace: a tal uopo il Palletta, che era stato sostituito dal Rocci. fu nominato nunzio straordinario alla Corte di Vienna. Da Francesco Barberini in nome del papa gli fu ordinato d’adoprarsi a prò della pace, desideratissima dal pontefice, il quale poco si sarebbe preoccupato dei mezzi usati per conseguirla, purché ad ossi rispondesse sollecito l’effetto. Xello stesso tempi vietava però « che nei trattati fosse pro-

fi) 27 Settembre 1630. F. Barberini al Card, di Bagno (Arch. seg. del Vat., Cifre di Francia , Codice LXXXVII, N 73. Doc XLV) (2) 27 Settembre 1630. F. Barberini al Card, di Bagno (Àrdi. seg. del Vat., Cifre di Francia , Codice LXXXVII. X 78. Doc. XLV). (8) 27 Settembre 1(530. F. Barberini al Card, di Bagno (ivi). (4) 27 Agosto 1630 II Card di Bagno a F. Barberini fArch. seg. del Vat., Cifre di Francia. Codice LXXXVII, N 73, Doc. XLIV).