La politica antitaliana in Austria-Ungheria
16
ALESSANDRO DUDAN
scoppiata di nuovo in ottobre la rivoluzione a Vienna (che, vista la lotta aperta impegnata ora dalla camarilla e persino dal finto ministero liberale contro le libertà d’Ungheria, insorge, impedisce la partenza delle truppe contro gli ungheresi e appicca alla lanterna il ministro della guerra conte Latour) e rifugiatasi la corte e Olmiltz, marcia contro la capitale e in un mese, dopo una eroica resistenza, la conquista e vi istituisce un regime di terrore e di persecuzioni. Fa nominare ministro presidente suo cognato,il principe Eelix Schwarzemberg, Fex-ufficiale dißadeztky e un ex-diplomatico avventuroso, più duro e severo di WindischGrraetz stesso, che di politica ignorava anche i primi principi e non conosceva nemmeno i programmi dei vari partiti politici. Ora finalmente la lotta è aperta su tutta la linea; camarilla e governo sono tutt’uno : W J R (Windisch-Graetz, Jelaeich, Radetzky) è la sigla, che gli ufficiali fanno imprimere sulle loro sciabole, è la triade salvatrice, sono i «paladini» della monarchia ; è la dittatura militare più perfetta, che si inaugura nell’ impero e che durerà per anni ancora nel primo periodo di regno del nuovo imperatore, che sale al trono appena ora dopo le abdicazioni alquanto laboriose (1) di Ferdinando I e di Francesco Carlo ad Olmùtz. E naturale, che con questo stato di cose, in queste condizioni il giovane monarca diciottenne non abbia potuto far altro che adattarsi alle circostanze e all’ambiente e lasciarsi guidare da sua madre, da Windisch-Graetz, dagli arciduchi maggiori di età, dai generali e ministri di loro fiducia, finche a poco a poco e ci vollero lunghissimi anni e dolorosissime esperienze le arti del governo divennero familiari anche a lui e seppe e potè agire più indipendentemente ed imporre la propria volontà a tutti; ma intanto la sua mente e la sua volontà crebbero e si svilupparono negli anni avvezzandosi alle ingerenze, ai consigli e agli atti politici delle sfere militari e aristocratiche, che con-
fi) Imperatore ed arciduca ereditario erano molto affezionati alla parvenza d; potere e agli onori supremi del trono. Ci volle del bello e del buono per indurli all'abdicazione. L’arciduca rinunciò in favore di suo figlio appena dopo ima visione in sogno di suo padre, che approvava l 1 abdicazione. La più contenta di ciò dev’ essere stata la bonaria e timida imperatrice Maria Anna, figlia a Vittorio Emanuele P, che aveva l’ingrato obbligo di vegliare continuamente intorno al marito sovrano, affinchè non commettesse delle gaffe».