La politica antitaliana in Austria-Ungheria
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LA POLITICA ANTITALTANA IN AUSTRIA-UNGHERIA
più alto a parte la corona nella monarchia e sta al di sopra degli stessi ministri presidenti austriaco e ungherese. Quindi già ai 13 ottobre dell’anno scorso si noti la data la Deutsche Tageszeittuny di Berlino riceveva da Vienna, e i giornali militaristi viennesi si affrettava!! a riprodurre con tanto di titolo « la posizione di Aehrenthal scossa » : che cioè il conte Aehrental avrebbe dovuto fra breve ceder il suo posto forse al conte Berchtold (già lo si segnalava !), perchè s'era dimostrato troppo favorevole all’ Italia venendo in conflitto con le sfere militari, lequali « con un memoriale di Conrad von Hotzendorf consegnato all’imperatt re mandarono a vuoto anche il progetto perorato da Aehrenthal di definire la questiono della facoltà giuridica italiana ir Austria istituendola in una città italiana ». Due mesi dopo gli avvenimenti dimostrarono, eh’ eran giuste le informazioni del giornale berlinese ; la lotta c’era già, ma la vittima ne fu Conrad. Lo sdegno delle alte sfere militari fu indescrivibile ; perdettero assolutamente il lume della ragione e indussero l’amministrazione della guerra o la cancelleria militare dell’ arciduca ereditario ad un atto inaudito, a diramare ai giornali, mediante un J agenzia ufficiosa, un comunicato tutto di lode per il generale Conrad, vittima dei suo dovere, e d’ indignazione per le « illecite ingerenze » del ministro degli esteri in questioni militari con grave pregiudizio per la sicurezza e per la forza dello stato. E i giornali di Vienna senza comprendere l’enormezza del fatto pubblicarono il comunicato. Subito dopo, notata l’azione sbalorditiva di questi fatti in tutta la stampa europea, si cominciò per mezzo dei giornali di Vienna tentar di mitigare 1’ impressione prodotta e di ridurre a minimi termini la portata del conflitto attribuendolo a una semplice disparità di vedute tecniche ; notevoli in questo senso gli articoli dell’ammiràglio austriaco Chiari nella Neue Freie Presse e nella Stampa di Torino (con un assennato commento di Virginio Gayda, 17 gennaio 1912) nei quali ribadisce le solite accuse contro il pericoloso irredentismo italiano e coi quali riesce solo a dimostrare, eh’ egli sarà bene addentro nelle cose dello stato maggiore e dell’amministrazione della guerra austriaci, ai quali avrà reso un buon servizio, ma non che l’ impressione, le preoccupazioni destate del conflitto e l’interpretazione datagli da ogni persona intelligente siano state prive di fondamento.