La politica antitaliana in Austria-Ungheria

7

LA POLITICA ANTITALIANA IN AUSTRIA-UNGHERIA

osterreich (della Grande Austria) non potè vincere i sentimenti nazionali, nò far affievolire le lotte fra le varie nazionalità ; anzi i partiti clericali, ora sorti nelle differenti province, dovettero spiegare la bandiera nazionale ancor più dei liberali facendo spessissimo sfoggio di un radicalismo nazionale poco sincero, destinato a mascherare il servilismo verso le alte sfere. In questo modo però venne necessariamente anche nelle masse dei clericali austriaci a mancare l’unità deiropiuione pubblica. Lo stesso partito socialista, che dovrebbe avere un programma unico e basarsi suirinternazionalismo, in Austria dovette capitolare dinanzi al problema nazionale e scindersi in gruppi, che persino si combattono l'un 1’ altro. Inoltre divenuto partito parlamentare dei più forti per numero, con successi insperati alle ultime elezioni in modo da dover temere nuovi responsi delle urne con un governo ostile, anziché restar fedele al programma ideale di giustizia e di libertà, preferisce accomodarsi di volta in volta alle circostanze, magari favorendo gli atti del governo per dimostrarsi staatserhaltende Partei , partito che vuol conservare Io stato, colonna dello stato, quale si decanta da sè nei giornali e per bocca dei suoi oratori alla camera, pur lanciando tratto tratto qualche roboante parola di protesta contro gli arbitri dei governanti palesi e occulti. Tutto ciò menoma l’importanza politica anche di questo partito, che dovrebbe esser il più forte contrapposto alla corrente clericale e reazionaria, e il separatismo nazionale rivelatosi pure qui rende anche nel partito socialista impossibile un’unità di opinione pubblica. Qualche rara volta soltanto, fra speciali circostanze propizie, per esempio se in un momento di rilassatezza delie lotte nazionali sorge qualche grave questione sociale, civile, avviene, che i maggiori giornali di Vienna, che è pure il centro del servizio giornalistico per tutto Timpero se afferran bene con tatto l’occasione, riescan a commuovere le varie opinioni pubbliche e dar loro una direttiva comune, che le fa imporsi e al

nalità d’Austria. Sebbene si dichiarino e si dimostrino buoni austriaci (e ciò non vuol dire ancora odiatori d’ltalia !), essi sono maltrattati e perseguitati dalle autorità austriache, come tutti gli altri italiani, meno i socialisti di Trieste, che con il protesto deirinternaaionalismo favoriscono la politica slavizzatole del governo e indeboliscono la resistenza nazionale dell’ elemento italiano a questa politica.