Lettere giuliane per la storia dell'italianità nostra

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tino’ ?! A Vera storia della tua V. fl ginnasio! Nell’anno di grazia quattrocento settanta sei. ai tanti dei tanti: caduta dell'lmpero romano. Poi abbiamo «la venuta» dei popoli germanici, dei bizantini, eoe. Tutti segnano geodeticamente i loro bravi confini, eoi loro bravi pali multieolrri, con le loro brave guardie della frontiera e delle gabelle. Questo paese, d'ora in poi, c da qui a li è mio: cotesto costi è ino; quello li è suo. 'Putto bel Indio: bimbi, non vi movete veli! niente ribellioni, niente comuni liberi! E cotesto parapiglia di Longobardi, Bizantini ecc. io dite Storia! 0h.... Bizantini! Ma arriviamo a Venezia. Ali questa sì clic aveva contini precisi e sapeva ben guardarseli e le zampale del suo leone spennacchiarono più volte mi augello a.-i. o useoceol ('he dire poi di quei... prudentissimi «eccettuati rari intervalli» e «meno quelle parli d'lstria e del ( Joriziano» V Non valgono tutti insieme un Perù?! Quelle parti d Istria c del (letiziano che furono conquistate», viceversa, dall'Austria perche son questi i pochi paesi che vanno 'eccettuali’ l "), non i paesi veneti) erano considerate geograficamente, aneli esse, terre d Italia, come le altre terre giuliane. Le varii' testimonianze in proposito ricordate p. e. dell’ Hortis alla Camera austriaca, nel discorso del 18 marzo 1P02), le avrà dimenticate il giornale a.-i. forse, ma noi no. (Ili rinfrescheremo dunque la memoria, cominciando p, e. dal documento triestino idei ITSiVi, dove si dice che Trieste apparteneva «imperatoribus qui lune in Italia dominabantur», e da quello idei see. MVIP, dovi' si legge, ancor più chiaramente, «civitas tcrgcslina in Italia situata, liceat subjaceat germanico imperio» e venendo giù tino alla dichiarazione del deputato di Trieste all “Assemblea Costituente (P 1 lagenauer) che disse queste semplici parole: do son deputato d’ltalia!" 11 1 Questo per le ‘parti d“ Istria’ (Trieste eec. i. Per quelle del Goriziano bastino due righe della cronaca di Perizia compilata sotto la dominazione austriaca. Là dove sì parla del passo o dei passi alpini che s’aprono di fronte al ‘Castel de Pontia’ è detto: «et è passo ma assai facile e largo che vieti da Lubiana de le terre del Ongaro et Imperatore, molto nocino a la zentile Italia»! 'L Ti rrnnn inniuiz. Ma il giornale dell’Ordine e della ‘Ocnauigkeit’ ci obbliga dì nuovo, con una sua innocente ommissione, a ritornare un po’ indietro. Glumette infatti, innocente-