Lettere giuliane per la storia dell'italianità nostra
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schiatte jugoslave slovena e croata) nella regione alpina e subalpina. - Van distinte le varie colonie serbo-croate nella Regione pianigiana, trapiantate dagli stessi luoghi (Dalmazia centrale ecc.», nello stesso tempo (specialmente nella 1 * metà del sec. XVI i e per la stessa spinta (il Turco) che nel Mezzogiorno: ad orienie di Napoli: gli altri coloni slavi furono chiamati da Venezia tino a due secoli fa. Coi coloni slavi sorvennero vari coloni neo-latini (rumeni>. Da ultimo coloni albanesi e greci, come nel Mezzogiorno (Calabria ecc. 38 », Nel presente. Sparito in parte il ladino senza trapassi intermedi: da breve- tenuto (Trieste <* Maggiai. in parte da tempo più remolo (Monfalcone e, secondo credo. Capodistria . E' sostituito dal veneto "V. Sotto il quale resta quasi soffocato e circoscritto in piccola’cerchia (Rovigno-Dignano) 1 istriano. Restano vari dialetti slavi (sloveni, sloveno-croati, croati e serbo-croati i nella zona propagginata alpina c subalpina) e nelle zone trapiantate pianigiane): molli Serbo-croati e Sloveni furono venetizzati. Restano poche colonie rumene attorno al Monte Maggiore : le altre sparile a vantaggio dei dialetti croati e in parte degli sloveni. Sparite le colonie albanesi e le greche Futuro 'abbastanza prossimo e assai facilmente presumibile . Sparirà presto il ladino anche nel Deliziano e l'istriano anche a Rovigno-Dignano. a vantaggio del veneto. Il (piale continuerà probabilmente 1’ assimilazione (almeno parziale) dei MFairdli shi\ i. eia*, alla loro volta, assimileranno il rumeno. Non si scandolezzi candidamente il giornale a.-i. e non ci accusi d‘immodestia. Sono assai facili queste ‘profezie', per tutti quelli die vogliono spassionatamente considerare il passato e il presente. La forza assimilairiee del latino in generale è provata da (pici gran miracolo della storia che- è la diffusione di mia lingua dal Lazio su tutta Italia e poi su quasi tutto il mondo allora conosciuto; quella forza innata, inesplicata moli dipendente da superiorità di cultura, di forza, di censo, nò d‘altro) che assimilò p. e. i civilissimi Etruschi, molli dei (licci più civili ancora, dei Derma ni fortissimi, e. quasi tutti i Celti astutissimi: che assimilò c continua ad assimilare, per mezzo dei poveri Vaiacela del Laicali, tanti Slavi o Magiari ed altre genti, mille volle superiori in ogni riguardo: che assimilò gran parte delle genti nei nuovi Mondi (specialmente nell’America meridionale); che, infine, dopo aver perduto ter-