Un giudizio intorno a Venezia di uno scrittore marchigiano del secolo XVI

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giunge a questo che havendo essi goduto una pace di 30 o 40 anni, mentre gli altri Principi Italiani et non Italiani sono stati travagliati da diverse guerre, pare che questa loro quiete habbia lor partorito odio dagli altri Principi, tanto più che non pare che habbino nelle occorenze de gli altri Principi prestati quelli agiuti che si desideravano : questo passo si lascierà da me senza risposta perciochè non vorrei parer di prendere sicurtà di dir cose che quanto sono più vere tanto più polrebbono dispiacer ad altri Principi ; oltre che si può molte volle tacere con laude quello che è in universale conosciuto. Questa cosi lunga pace ha portato seco olio, et dall ' olio sono nate corruzioni , onde può esser venuta la gioventù ad, educarsi con qualche lusso et estimation di sé stessa , et insolente. Ma benché queste cose siano per se stesse pernitiose et detestabili non sono però così, che escaìio fuori dì confinii delle loro Città, nè si debba tirare in consequenza di tanta importanza, mio difetto commune a tutte le Città, che veramente se si considera bene troveremo questo diffetto esser speciale, et domestico di ciascuna Provincia, di ciascun Regno , Città et di ciascun anco Villaggio. Chi non sa quello , che tutti sanno dell' arroganza de gli Inglesi, della gonfa elevatione de Francesi, delV idolatra superbia de Spagnoli , et finalmente in qual parte del mondo non è noto quello che si dice, che ogni picciol Cane fa grande il penacchio in casa sua ? Ma ciechi Italiani che siamo tuiti , che non sappiamo nè conoscere , nè discernere la capra dalla lepre in molte cose eh' io taccio, ed in questo ancora nella qual non discernemo che V insolenza dei Venetiani finisse ove nasce, et è un piccol foco che non offende altrui, ma quella de oltramontani è una voracissima fiamma, che si estende quotidianamente nelle altrui case, nelle altrui Città, et negli altrui Regni. Queste adunque nostre dependentie, che habbiamo con Principi oltramontani, questa lunga pace, et quiete di questa Republica, et questa insolenza