Un poeta dialettale friulano, imitatore del Béranger
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diolo che sto preparando sui contatti dello Zorutti coi poeti veneziani del suo secolo e del secolo precedente; studiolo, spero, non inutile, perchè inteso, meglio che a provare piccole imitazioni e non nitidi fonti t a dimostrare la genesi dell’arte zoruttiana e cercare con quali mezzi egli corroborasse rispirazione nativa. Per ora indugiamoci Intorno alle due imitazioni del Béranger ; sarà una modesta paginetta jk sulla fortuna del poeta francese cose in Italia; una piccola breccia aperta nella traduzione d’uno Zurutti ignorante e affatto originale; e, quel che più monta, un’ invito a studiare anche Pumile letteratura dialettale con criteri critici comparativi. Che se l’originalità dello Zorutti uscirà da questa nota diminuita alcun poco, l’abilità artistica di lui ci guadagna di tanto, poiché egli sa imitare con quel fine giudìzio e con quella sicurezza che caratterizzano gP ingegni forti ed equilibrati. III.
Tu uno di quelli almanacchi o lunari che allora per merito dello Zorutti e di molti altri assurgevano, nella lingua e nei vari dialetti d'ltalia, quasi alla dignità d’im genere letterario, nel quale l’arte scendeva al popolo direttamente, festosa e movimentata; nello Slrolic furiati pronos tic par Van 1835, Udir, Murerò, troviamo alle pagine 57-58 e 61-63 due poesie certo non a caso vicine: La mari uàrhc e II i* protelor , che trovano un riscontro in due altre del Béranger; La mère aveugle e Le sénateur. Che lo Zorutti potesse aver conoscenza del Béranger è cosa, anche prescindendo da queste poesie che ne dànno la