Un poeta dialettale friulano, imitatore del Béranger

11

certezza, non discutibile; prima del 1835, già cinque raccolte delle sue chanson aveva pubblicato il poeta francese! 1815, 1821, 1825, 1828, 1833; e quest’ultima, in più tometti, edita dal Mélme, Bruxelles, si trova ancora non infrequente nelle biblioteche nobiliari friulane, e in essa può aver letto lo Zorutti la mère aveugle e il sénateur ; poiché, per quanto non sì possa dire che sapesse il francese, chi, come lui, era stato giovinetto, ai tempi della dominazione napoleonica (egli fu anzi « quarante dis » sotto le armi), e aveva fatto qualche studio, un pochino doveva capirne. Chè per le parole un po’ difficili un dizionarietto o un amico, credo, non gli saranno mancati. Del resto qualcuno dei nobili, presso i quali egli godeva di essere ospite temporaneo, può avergli mostrato e tradotto le due chansons. Dico questo, perchè non mi risulta in alcun modo che la prima di queste due poesie possa avere per fonte diretta un’ imitazione o una traduzione italiana dal Béranger, nè risulta a colui ch’è il miglior conoscitore della letteratura ita-1 iana dell’ottocento, Guido Mazzoni, alla cui coriesia non in" vano mi sono rivolto. Quanto all’altra, un’imitazione italiana esiste, e questa notissima: la soa ecceìlmssa del Broderie; la quale però mi sembra senz’altro da escludersi come fonte intermedia, perchè il protelor dello Zorutti è molto più vicino all’originale francese che all’imitazione piemontese, come vedremo. La mari uàrbe (riprodotta in tutt’e due le edizioni ch’ebbero, lui vivente, le poesie dello Zorutti, e poi nell’ediz. a cura deirAccademia, voi. IL pp. 502-503, e nell’ediz. Della Vedova-Cantoni a pp. 18-19), come ha lo stesso titolo, cosi ha la stessa tela, lo stesso ritornello, diversi particolari della mère aveugle.