Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

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Libro I. Dal 1814 al 1848.

il ristabilimento universale, e permise al religiosissimo Ferdinando di Borbone Duca di Parma che ne’ suoi stati aprisse case ai dispersi membri delta Compagnia soppressa. Così furono a questi affidati, per tacere dell’ altre case, i due collegi di San Rocco a Parma, e di San Pietro a Piacenza, dei quali ci converrà parlare più innanzi. l!) Pio VII poi, vero padre, e per più ragioni, della Compagnia, appena eletto Pontefice, avanti che partisse da Venezia, fece

palese il proposito, ch’egli nutriva in cuore, di recare ad effetto, appena che Iddio avesse fatto sorgere una propizia occasione, ciò che Pio VI invano aveva desiderato. E quanto egli dicesse da vero, si potè tosto, almeno in parte, scorgere ai fatti ; perchè l’anno seguente 1801, il 7 di marzo, inviò all’lmperatore Paolo I (che ne 1’ aveva supplicato), acciocché lo consegnasse al P. Kareu, il Breve Catholicae fidei , nel quale il Vicario di Gesù Cristo, con termini espressi e formali, rico-

Pio VII,

nosceva resistenza canonica dell’ordine della Compagnia di Gesù entro i confini della Russia. Tre anni appresso, cioè il 30 di luglio del 1804, col Breve Per alias Nostras, diretto al P. Cia-

ti' Non sarebbe esalto dire che in queste case fossero Padri della Compagnia. Il Sommo Pontefice permise di riunire in quelle i sacerdoti già Gesuiti e ora secolarizzati. Tutti s’aspettavano che nel ducato di Parma si formasse una provincia delia Compagnia, ma questo non avvenne mai. 11 Venerabile P. Pigliateli! non si disse mai Maestro dei novizi finché fu a Colorilo, nè chiamava i suoi giovani alunni, novizi della Compagnia; solo li diceva, celiando, i suoi accademici. Affinché diventassero veri membri della Compagnia, li mandava in Russia.