Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Libro /. Dal 1814 al 1848.

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Si noti che fino al 1814 essi non dimorarono in quelle terre altrimenti che in qualità d’esuli appartenenti a una provincia dispersa, non potendo allora esistere canonicamente la Compagnia se non in Russia e nel Regno delle due Sicilie. 5. Così nel momento solenne, in cui la Compagnia fu pienamente ripristinata, di maniera che non avesse oramai altri confini, entro cui potersi stendere, che quelli del mondo, i nostri Padri e fratelli d’ltalia si trovavano partè come in territorio proprio nella provincia sicula, e parte esuli e caritatevolmente ospitati nel patrimonio di San Pietro. Quel momento felice era finalmente venuto il dì dell’ottava del N. S. P. Ignazio del 1814, quando Pio VI!, tornato appena, dopo lunghissima cattività, sul sacro suo soglio, volle compiere il suo antico e più volte manifestato desiderio, e soddisfare alle brame e vivissime istanze a lui fatte dai Vescovi, dai principi, dai popoli d’ ogni parte del mondo cattolico : e tra le voci di giubilo e le grida di gioia del popolo romano pubblicò solennemente la Bolla Sollicitudo omnium Ecclesiarum . 1 Da questo istante abbiamo in Italia due province, cioè Ia sicula, e quella che con termine generale fu detta provincia d’ Italia. Appena pubblicata la Bolla, subito il Duca di Modena Francesco IV chiese al Sommo Pontefice di poter chiamare i Gesuiti nel suo stato, ed aperse loro il collegio di San Giorgio a Reggio. Ma di ciò a suo luogo. 6. L’ anno 1820 piacque a Dio di mandare alla Compagnia una di quelle sventure, che suol mandare a’ suoi più cari, cioè che tornano poi a gran bene. Il 13 di Marzo del detto anno furono cacciati dalla Russia tutti i Gesuiti ; la qual cosa in apparenza era sciagura irreparabile, ma in fatti fu un tratto amoroso della provvidenza divina. E veramente quella fiorentissima provincia abbondava d’ uomini d’età matura sì, ma in-

di « Pro eiusdem Societatis lesti restitutione, unanimi fere totius christiani orbis consensu, instantes urgentesque petitiones a venerabilibus fratribus Archiepiscopi s et Episcopis, atque ab omnium insignium personarum ordine et coetu quotidie ad Nos deferuntur , praesertim postquam fama übique vulgata est überrimorum fructuum, quos haec Societas in memoratis regionibus protulerat, quaeque, prolis in dies crescentis foecunda, dominicum agrum latissime ornatura et dilatatura putabatur.» Pio VII nella Bolla Sollicitudo omnium Ecclesiarum.