Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Capo 111. Il collepio Vida.

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Nel 1907, facemmo un altro passo penoso: chiudemmo il liceo, ne! quale erano rimasti non più di sette alunni. L’anno appresso, come già fu narrato, vennero i nostri filosofi da Portorè. 2. Nel 1910 poco mancò che il collegio Vida non si chiudesse. Avevamo di fatto ragioni gravissime per chiuderlo; il picco!

siccome poteva esser dubbio (e lo era presso molti) quali prevalessero, perciò si volle farne 1’ esperienza prima di stabilire definitivamente quale sistema dovesse adottarsi come migliore per questo Collegio di Monaco. « Ora l’esperienza ha parlato col linguaggio dei fatti, e mostrato che i pericoli ed i danni del passar le vacanze in famiglia sono gravissimi e superano di gran lunga i vantaggi che se ne possono sperare. Avviene infatti che moltissimi giovani carezzati durante le vacanze nelle loro case, contentati nelle loro vogliuzze e lasciati più o meno operare a lor talento senza occuparsi di studi, ritornino poi in Collegio, se pure vi tornano (giacché parecchi più grandicelli non ne vogliono più sapere ed i Genitori non sanno indurveli), ritornino, dico, svogliatissimi dello studio ed insofferenti della disciplina. Ond’è che a rimettere nel Collegio e la buona disciplina e l’amore allo studio si deve ogni anno stentare almeno per un mese, altrettanto e più che non si farebbe per Convittori nuovi; ed anzi con alcuno dei più grandi ogni sforzo riesce inutile, e si è costretti rimandarli alle case loro con grave dispiacere e danno delle famiglie. « Nè questo è il maggiore degli inconvenienti di questo sistema, li più grave è che pur troppo non pochi dei Convittori riportano in Collegio o massime storte in fatto dì religione o costumi scorretti ben diversi da quelli con cui ne uscirono. L’ atmosfera religiosa e morale d’ Italia è ora in certo modo avvelenata, nè le cure dei Genitori valgono sempre ad impedire i figliuoli dal respirarla trattando con qualche parente piti o meno prossimo, con qualche amico di casa, con domestici ed anche con estranei che non hanno gii stessi principi, nè la stessa delicatezza di costumi, e possono essere ad un giovanetto, che comincia a sentir le passioni, pericolosissimi. « E poi gli oggetti lubrici pubblicamente esposti, gli scandali che s’incontrano per le vie, i discorsi che ancor non volendo si odono, fanno tale impressione sopra dei giovani pii e timorati a ciò non avvezzi, che con molta facilità la loro innocenza ne va perduta. « Ora questi giovani (fossero anche pochissimi) guastati comechessia nelle massime o nei costumi rientrando poi in collegio dopo le vacanze, sono come un fermento pericoloso che può facilmente corrompere la massa dei mantenutisi buoni, i quali sono con quelli in necessario e continuo contatto. Se i Superiori se ne accorgessero subito, rimedierebbero immediatamente coll’espulsione dei pochi corrotti; ma naturalmente questi si occultano, agiscono di soppiatto; e pur troppo avviene sovente che i Superiori non se ne accorgono se non dopo che i corrotti sono divenuti corruttori ed il male si è allargato in guisa da non poter più ri-