Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

28

Libro l. Dal 1814 al 1848.

I superiori dell’ ordine, che ben sapevano quanto diffidi terreno era quello, vi mandarono soggetti scelti e valenti nell’educazione della gioventù e in ogni altro ministero. Ma nelle scuole dovettero i poveri maestri, massime nei princìpi, sudare non poco. Erano i giovinetti ingegnosi e di buona indole, ma per loro mala ventura nati in tristi tempi, e malamente addottrinati, anche quanto a religione e a cristiana pietà. E tutto questo sarebbe stato poco, se uomini scellerati non avessero con ogni arte procacciato d' alienarli da noi. Nè loro bastando di perseguitarci fin da! primo anno di nostra venuta con calunnie, satire e altre villanie, come quelli eh’ erano al tutto senza coscienza, giunsero al segno di perseguitarci ancora ne’ nostri alunni e tendere insidie a quegl’ innocenti per corrompere i loro costumi. Tuttavia Iddio non permise eh’essi potessero colorire sì malizioso disegno. Nemmeno mancarono perversi e arditi scolari, che ripagando con nera ingratitudine le amorose cure de’ loro educatori, macchinarono e ordirono contro di essi, entro il collegio medesimo, tumulti e disordini. Ma Dio aiutò i Nostri, e diede loro grazia di navigar così bene in quel rnar sempre infido, e talora tempestoso, che vi fecero frutti mirabili. Per dare un' idea della prosperità di quel collegio, si diranno alcune cose dell’anno scolastico 1844-45. In un pubblico saggio furono presentati sette rettorie! pronti a commentare tutta 1' Eneide. Un altro di que’ nostri alunni difese per due giorni 319 tesi di tutta la filosofia. L’ atto solenne ebbe luogo, secondo il costume de’ nostri collegi d’ allora, nel tempio stesso, davanti a una sceltissima corona di spettatori : e l’esito di quell’ atto fu sì felice, che in tutta la città non si parlava d’altra cosa in que’ giorni, sicché n’ebbe grandissimo onore il giovine e il collegio. Dovendo il Rettore dar l’attestato a ben 43 filosofi del second’ anno, di tutti senza eccezione scrisse : pienissime disciplinam servasse. E certo molti de’ nostri scolari diedero bellissime prove di pietà e di soda virtù. Una di queste si ebbe'nel second’anno dopo la fondazione del collegio, quando ben otto de’ nostri scolari chiesero l’abito di San Francesco, e alcuni altri l’ammissione nella Compagnia. 4. Il bene operato dai Nostri con loro gran sacrifizio (poiché lavoravano fervorosamente non solo nelle scuole, ma ancora in chiesa e nelle’ congregazioni mariane e altrove, in città e