Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù
Capo VII. // convitto di Brescia (fino al 1848).
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lezza una maraviglia a vedersi, ed era capace di ottanta alunni'. In questo adunque si cominciò il nuovo anno scolastico, il quale, grazie a Dio, passò, come i precedenti di Chiari, felicissimamente. Maravigliosa fu la diligenza e quasi lo sforzo sì dei maestri nell’ insegnare che degli scolari nell’ apprendere ; onde alla fine dell’ anno, quando questi diedero saggio del loro sapere alla presenza dei personaggi più cospicui della città, ne uscirono con grand’ onore, sicché le nostre scuole e il nostro modo d’ educare i giovani erano dai cittadini portati alle stelle ; e se ne facevano tali elogi, da non potersi qui, salva la modestia, convenientemente riferire. Nè si creda che i progressi di que’ giovanetti nella pietà fossero punto minori che nello studio : erano angioletti, amanti dell' orazione, intenti seriamente all’ acquisto delle virtù, divotissimi della Madonna : insomma quel convitto era un Paradiso, e forse dei convitti fin qui nominati il migliore. Bisogna osservare che aveva sopra gli altri il vantaggio delle scuole interne, ond’ erano esclusi i pericoli che possono nascere dall’aver i convittori frequenti occasioni di parlare con gli estefni, benché alla sfuggita. La casa di Chiari (diventata residenza di due Padri, i quali, avendo poche occasioni di faticare per i prossimi, attendevano, più che altro, alla preghiera e allo studio ) servì al collegio bresciano di villa per le vacanze autunnali. La prima volta che vi si andò per questo scopo, che fu nel 1846, infermò in essa, e dopo tre mesi di pene morì da santo il giovinetto quattordicenne Mario Emilio de' conti Longo, un di que’ primi cinque, di cui sopra si è detto : e il P. Peretta Rettore, eh' era scrittore eccellente, ne compose e pubblicò per le stampe 1’ elogio. w
1 De Vita Mani Aemilii Bonghi patricia Brixianorum nobilitate , in Brixiano Societatis lesa ephebeo alumni convictoris Commentarium Cenni intorno la vita di Mario Emilio Longo, nobile bresciano, alunno nel Convitto della Compagnia di Gesù in Brescia. Brescia, 1847 (anonimo). Come si vede anche dal doppio titolo, la viterotla (che conta pagg. 25) è scritta in latino e in italiano. L’ opuscolo fu pubblicato quello stesso anno anche in Genova col nome dell’ autore.