Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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Quale effetto abbiano sortito le disposizioni riferite lo prova la relazione (die segue. È una lettera scritta al conte Lodrone a Firenze circa la rivista passata in Padova nel 1589 della compagnia del conte Marcio Forcellaga, opportunissima a darci un’ idea del modo con cui si presentavano alle rassegne le bande di genti d’arme, della foggia e dello sfarzo nei vestiari : (') « Prima d’ogni altri si vedevano comparire due cavali del Annibale Allegri, altiero, ornati di frontaleti e simieri, con selle et fornimenti di velluto verdi ricamati d’oro et argento, vidati con cavezine pur ricamate da suoi palafrenieri, quali vestivan un abito longo al ongara di brocadello di zeda verdi acampegato di biaucho e giallo coi suoi cappelli di piume carchi, che a l’abiti e ai colori corrispondeano. Dietro a questi seguiva sopra un cavallo morello, fornito pure alla dita fogia un pagio di esso alfiere vestito di velluto verde a folgiami con lo nodo d’oro che lancia e celata di superbo cimiero abolita portava; quindi Y.S. haverebbe potuto scorgere quanto si mostri questo giovane disioso di honore et lode. Dietro a questi si vedeano due cavali del Sig.r Damilo Martinengo, logotenente, ricamente vestiti, l’uno a mano et l’altro cavalcato da un pagio con abito di razo, che di lancia et celata al cavaliere pronto si mostrava. Xon longi da questi Vostra Signoria scopriva i cavali delcondutiere, l’uno a l’altro poco distante, anzi con bon ordine partiti, quali vestivano seie et fornimenti di colori diversi, ma tute sifattamente et con tal maestria ricamate d’oro et argento, che di mirarlo li ochi de riguardanti lasciar non si potevano. Sei di essi si vedeano a mano guidati con cavezine ricamate da palafrenieri alla panoniera ( 2 ) fogia vestiti di veluto verde

(*) Si conserva in copia nell’ ardi, dei conti Giuseppe e Pirro di Porcia e Broglierà. ( Ungherese.