Genti d'arme della Repubblica di Venezia

Patti analoghi strinse Venezia con altri castellani e queste leghe offensive e difensive ebbero per lei notevole importanza, poiché, assicurandosi a poco a poco i migliori punti strategici, potò procedere più facilmente alla conquista della Patria ( l ). Senoncliè i signori da Prata unitamente a Federico di Porcia, mal sopportando la politica egoistica della repubblica, non molto dopo, si tolsero dalla lega, volgendosi fiduciosi a Sigismondo cl’ Ungheria, che si avanzava messaggero di pace nella travagliata terra friulana. Guglielmi ilo di Prata, creato gran cancelliere delP imperatore, si uni eoi fratello agli ungherì scesi in soccorso del patriarca Ludovico di Teck, invano Filippo Arce!li venerale delle armi venete mosse verso Udine ad incontrarli: la sua retroguardia venne sbaragliata in un conflitto presso Band (LO giugno 1419) dalle milizie imperiali e patriarcli,esche guidate anche dai signori di Prata ( 2 ). \ i furono, secondo gii storici, più che trecento veneti tra morti e feriti, e di questi ultimi un Corrado Gonzaga, caduto prigioniero nelle mani di Giovanni conte di Prata. Risorse però poco dopo, come era da prevedersi, la fortuna delle armi venete e il

(!■) Nel patto strette co! comune e castello di Canova presso Bacile si parla ancora del riatto e della fortificazione dei passi della Livenza in quel territorio, tu caso di guerra il castello doveva essere presidiato con soldati inviati da Venezia. Commemoriali, libro X. 126. R. Dep. Yen. di St. Venezia, 1882. ( 2 ) Cfr, Dkcuni: II codice diplomatico di Antonio Paneera, in Mon. della H. Dep. Yen. di St. - Miscellanea, Voi. IV, Venezia, Visentini, 1898.

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