Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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lizia e di popolazione Aesernia (Isernia), Aquilonia (?), Saepinum (Supino), Terventum (Trivento), Volana la presente S. Pietro Avellana, all’avviso del Galanti (37) e Duronia, la quale sarebbe stata in luogo diverso dall’attuale comune omonimo se l’opinione del Garrucci fosse da proferire a quella del Momtnsen. Sono perciò di origine pontra gran parte dei comuni pertinenti agli attuali circondari d’lsernia e Carapobasso : i quali hanno offerta larga mèsse agli studii archeologici con le monete, i bassorilievi e le lapidi igerniane, gli scavi di Altina presso Sepino, le iscrizioni di Boiauo e di Civita Superiore, la tavola osca di bronzo d’ Aguone, le lapidi di Ferrazzano, di Trivento, di S. Giuliano del Sannio, la pietra acquaria di Venafro, la Minerva di Roccaspromonte, ed i grandiosi scavi di Pietrabbondante pregevoli per arte non inferiore e di gran lunga anteriore a quella che attesta la civiltà pompeiana. * * * I Frentani, dal “ Frento „ (Fortore) oda “ Frentum città capitale, enunciata da Strabone, erano i sanniti litoranei, confinanti coi Pentri a ponente, coi Marruccini a settentrione, l’Adriatico ad oriente, e la Daunia a mezzogiorno. Delle città o località notevoli frantane, mentovate dagli storici, sono nella nostra provincia Interamnia (Termoli), Clitornia (fra Portocannone e Campomarino), Larinum (Larino), Gerionum (in agro di Caaacalonda), e Kale, I' attuale Casacalenda (38), poiché lo altre iu maggior numero fanno parte degli Abbruzzi teramano e chietino. Giudicando alla grossa, si può ritenere che sono d’origine frentana i comuni cho formano il circondario di Larino, pur facendo riserva circa quelli della zona più interna e meridionale, che potevano spettare indifferentemente ai pentri od ai danni, non essendo preciso il confine delle due nazioni finitime. I frentani, sebbene in copia minore dei Pentri, per la minore vastità del territorio, vantano anch’ essi memori tracce d’ una civiltà molto antica nelle mura pelagische di Montefalcone, nella lapide onoraria di Uscosio, nei ruderi ormai informi della deserta Gerione, nello iscrizioni dissepolte negli agri di Ripabjttoni, Casacalenda o Morrone, nelle monete, nelle lapidi e nell’anfiteatro di Larino, i cui scarsi ruderi meriterebbero di essere sottratti al gretto e volgare utilitarismo dei privati. * * * Le città pentre e frentane, che abbiamo indicate, sono quelle intorno alla cui übicazione o vi è concorde assentimento degli studiosi, o il dissenso fra gli stessi non è notevole. Gli autori antichi da Tolomeo a Polibio, a Livio, a Strabone, a Silio Italico danno però una lunga serie di nomi di città, di colonie, di fortezze sannitiche, che la critica storica e