Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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le scienze ausiliarie non sono riuscite ad identificare uè per nazionalità nè per la rispettiva postura. Erculaneo dov’era situata ? Chi la ravvisa nella attuale Montesarchio (Montis Sarcolis), chi in Camposarcone (Campus Hercoli) nome di una contrada dell’agro di Campobasso (39). Palombino, del quale nè il Galanti nò altri scrittori tentarono l'investigazione topografica, venne riconosciuta dallo Ziccardi nella moderna Castropignano, con premesse e deduzioni filologiche che non riescono a convincere chicchessia (40). E Maronea? I più la vogliono edificata sulla Rocchetta presso Montefaìcone : altri preferiscono ritenerla identica a Civitacampomarano; noi preferiamo rinvenirla nella nostra Morrone, pei motivi che illustriamo nel IV volume nelle monografie di tali comuni. E chi saprà mai dire e potrà provare dove sorgessero Frentanura, Tifernum (presso Limosano ?) , Velia, Celenna, Cimotra, Menoma, Muore, Cluvium, Baralo, Erdonia, Saticula, Romulea, Murganzia (Morcone ?), e la stessa Cominio, quantunque Livio la indichi distante venti miglia, cioè 160 stadii, da Aquilonia ? (41)

X. La conquista romana

Antagonismo storico ed economico fra il Sannio e Roma. I Sidicini, Capua, e la prima guerra sannitica. Fregelle e la seconda guerra sannitica. —La terza guerra e le forche caudine. Cluvia e la quarta guerra sannitica. La quinta guerra e il trionfo di Fabio. La guerra sociale. La spedizione di Pirro e l' insurrezione di Lollio. La fine del Sannio. —II ciclo delle guerre puniche. —La depopolazione dell'agro e l'immigrazione dei coloni liguri. La lega italica e Siila. —Le colonie militari sillane. —Le colonie di Augusto. Tracce tuttora superstiti delle colonizzazioni nel Molise. Roma e il Sannio si guatavano da tempo come duo mastini alle misure per venire allo prese. I Sanniti, forti tempre di colonizzatori ed avidi di espansione , osservavano con invidia il lento ma continuo dilagare della potenza romana, e 1’ influenza preponderante dell’urbe nei destini della penisola. Avevano il presentimento del pericolo romano, il quale peraltro non li rendeva nè pavidi nè servili. Roma, dal canto proprio, rude e guerresca , e nel cui fato era il dominio del mondo, non dissimulava la propria antipatia contro il vicino più civile ed evoluto, occupante il centro topografico d’ltalia e posto ad antemurale contro le proprie mire imperialistiche sulla debole Apulia e sul lonio, abitati da popoli ricchi, filosofi, gaudenti e di facile con quista.