Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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Aquilonia, la forte “ Acudunniad „ dei Volsci, fu nell’anuo successivo il quartiere generale della giovane milizia linteata (47), consacrata alla vittoria od alla morto. Questa milizia speciale, dai cimieri crestati, ascendeva a 16.000 uomini ; i veterani erano in numero di oltre ventimila : una massa imponente di circa 40.000 persone, vibranti di entusiasmo ed anelanti agli estremi cimenti. Cosi Livio (48), Roma ad evitare la mobilitazione di maggiori contingenti, ed allo scopo di frazionare le milizie già pronte, spedi il console Lucio Papirio Cursore contro Duronia ; e il console Spurio Calvinio contro la sabina Amiterno, tenuta parimente dai sanniti. Gellio Egnazio, il prode duce del Sannio, era morto gloriosamente nella battaglia di Chiusi qualche mese innanzi, e gli era succeduto Stazio Miuazio nel comando supremo delle armi. Stazio Minazio intuì l’astuzia dei romani, e rimase vigile in Aquilonia. Papirio non potendo affrontare, solo, un cosi poderoso esercito, mandò a chiamare Spurio, ed appena le legioni furono collegate, il primo marciò contro Aquilonia, e il secondo finse dirigersi contro Cominio, Dopo parecchi giorni di attesa si venne a battaglia in Aquilonia. Aspra e pugnata battaglia, le cui sorti pendevano incerte e forse poco favorevoli alle armi romane, quando una luttuosa notizia perviene tra le fila sannite, prende consistenza di verità e discora gli animi; la resa di Cominio ! Come non subire il disastroso fascino dell’evidenza nel veder di lontano convergere al campo, e man mano approssimarsi a scaglioni, le falangi di Spurio esultanti, inebbriate, e vocianti clamorosamente la fresca vittoria? I Sanniti furono presi da pànico, o caricati dalla cavalleria romana. batterono in disastrosa ritirata verso Boiano. Essi, vincitori per astuzia nella giornata di Arpaia, rimanevano vinti per astuzia in Aquilonia. Papirio aveva imitato Caio Ponzio ; Stazio aveva subita l’onta di Calvinio e di Postumio. Il presidio sannita di Cominio, intanto, edotto dell’abbandono di Aquilonia, evacuò la città e raggiunse a Boiano gli avanzi deH'esereito. Aquilonia e Cominio, saccheggiate dalle legioni vittoriose, finirono in preda alle fiamme. Livio, sempre adulatore delle aquile romane, conta oltre 30.000 vittime sannite sgozzate presso Aquilonia, circa 4,000 prigionieri, e 97 vessilli. Può esservi dell’esagerazione patriottica in siffatti dati ; ma non è men vero come osserva il Micali che Roma tutto distruggeva por comandare (49). I due consoli percorsero il Sannio in lungo ed in largo, portando la rovina alle città più illustri, la miseria e la morte agli abitanti, lo sfacelo nella confederazione. Sepino, Volana, Palombino ed Erculaneo vennero depredate ed incendiate al pari dello altro, e Livio con compiacenza enumera le vittime di Sepino in 7400 e non meno di 3000 prigionieri (50). II 292 a. C, fu 1’ anno tenebroso, 1’ anno delle maggiori sventure del Sannio : anno di feste e di tripudi per Roma, dove a Papirio fu decre-