Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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nemico e degno di umano rispetto ; ma era pure un uomo politico di grado eminente, ondo con giustezza il Micali nota che l’indegnità del trattamento usata all’ infelice basta da sola “ a porre nel suo vero lume “ quando fosse acerba l’umanità pei Romani, ed a convincerne appieno, “ come disse Bossuet, che l’ambizione non permise giammai alla giustizia “ di regnare nei loro consigli „ (53). Fabio Gurge, proseguendo la campagna, pose assedio a Cominio risorta, e colà bivaccava allorché Postumio arrogantemente marciò verso il campo romano per allontanarne Fabio e procurarsi la gloria di espugnare la forte città. Fabio, moderato per natura e pei paterni consigli come Livio attesta non oppose resistenza alla tracotanza dell’emulo ; ma pel vantaggio della repubblica gli cedè il posto allontanandosi dal Sannio con le proprie legioni. Postumio a capo di pochi giorni prese Cominio, e fece adeguarla al suolo. Cominio più non risorse, ed oggi non sappiamo nemmeno dove fosse übicata. Postumio passò poscia nella Daunia, prese Venosa, e vi collocò una buona colonia, il cui scopo era di vigilare da sud-est il Sannio Pentro e tenerlo a bada. [1 Sannio spossato, esausto, privo dei suoi maggiori uomini di guerra, chiese la pace. Roma questa volta acconsenti : ciò che attesta essere il Sannio ancora in grado di opporre resistenza, e Roma ancora immatura a soggiogarlo del tutto, malgrado che i consoli Marco Curio Dentato e P. Cornelio Rufinio campeggiassero nel territorio pentro, e disseminassero qua e la lutti e rovine. La pace fu conclusa nel 464 (288 a. C.) : pace che conservava ai sanniti una indipendenza forse più apparente che reale, ma che salvava l’araor proprio dei vinti. Ormai la confederazione sannita era sciolta fin dal tempo del trionfo di Papirio : e ciò che dicevasi ancora il Sannio era ridotto soltanto al forte, all’ indomabile, al ferreo popolo dei Pentri resistente a qualunque più crudele destino. * * $ Vissero i Pentri in relativa tranquillità per circa nove anni, quando i Lucani e i Bruzt già rivali dei Pentri si misero nel 472 a far causa comune contro Roma, attaccandone la colonia di Turio. Turio da sette anni era scolta avanzata dell’urbe in cospetto al lonio. Bruzi e Lucani chiesero alleanza ai Pentri, che aderirono. Accedevano all'alleanza in veste di signori decaduti, che non hanno forza di denegarsi quantunque sappiano di non poter fare la figura che loro spetterebbe. I Pentri, che tante volte avevano guerreggiato con felici risultati contro i Lucani, ora militavano sotto un duce lucano Tazio Statilio. Statilio fu battuto dal console Gaio Fabrizio al primo scontro, e morì sul campo da eroe ; Caio ebbe statua in Roma dalla colonia riconoscente : gli alleati se l'erano svignata con la fuga.