Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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grinaggio alla Badia di S. Vincenzo. È duopo arguire che l'imperatore, col seguito dei dignitari e delle milizie, non battesse i campi, e che perciò una larga od agevolo via costeggiasse in quei tempi la riva destra del Volturno, approssimativamente secondo il tracciato dell odierna strada della Ravindola. * * * Noi 1262, in occasione della crociata bandita dai pontefice Urbano IV (1261-1264) contro Re Manfredi, questi per raggiungere la frontiera percorse l’itinerario Barletta-Lucera-Sansevero-Garabatesa-Campobasso-Boiano-Isernia-S. Germano (ora Cassino), e cioè una distanza di 250 km. dal 23 agosto al 1° settembre. Tappo di almeno 40 km. al giorno fanno presumere una via relativamente non difficoltosa : od in ogni modo ci fanno sapere che Gambatesa ora collegata agevolmente con Lucerà o con Gampobasso, e Carapobasso con Boiano, dove forse il ro ghibellino prese a percorrere la larga mulattiera il cui tracciato si trasformò più tardi nel Tratture di Pescasseroii. Siffatto itinerario seguiva, d’altronde, l’arteria maestra che metteva in comunicazione l’intorno del Contado di Molise con la Capitanata, rendendo facile l’affluenza dei molisani alla fiera dì Poggia, o secoli dopo all’ Udienza di Lucerà, quando il Contado venne annesso alla Capitanata. Riproducono attualmente tale itinerario le strade Appulo-Sannitica, dei Pentri, Venafrana e Nunziata Longa. $ # Altra arteria di non lieve importanza doveva essere la Boiano-Gampobasso-Casacalenda-Larino-Termoli, di cui fruì Carlo 1 d’Angiò nel 1271, impiegando tre giorni a percorrerla ; mentre Carlo Martello di lui nipote ne impiegò sei nel 1293. Questo tracciato, al presente, è rappresentato dalla strada dei Pentri e dalla Consolare Sannitica. *£• x L’ attuale strada degli Abbruzzi, nella sua linea schematica a grandi tratti, era antica di secoli. Nei Regesti del 1302, infatti, il Minieri Riccio rilevò che Carlo II d’Angiò fece “ ricostruire „ l’arteria che da Solmona menava ad Isornia “ per partes Vallis Oscurae, Peschi , Rivinigri “et Forolì, quia sunt adeo occupate , et aquis pluvialibus et sasis, et “ spinis impedita quod non potest habere transitus „ (28). E chiara l’erronea inversione tra Porli e Rionero, ed è chiaro altresì che da Rionero la strada doveva volgere per Castel di Sangro e Solmona, conforme il percorso dell’attuale arteria anzidetta.