La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

LE PREFERENZE ARTISTICHE 59

figure in campagna, elle son cinte da gran somma di lume, non vi essendo il sole scoperto, e se il sole vede dette figure, le sue ombre saranno molto oscure rispetto alle parti illuminate, e saranno ombre di termini espediti, così le primitive come le derivative; e tali ombre saranno poco compagne de’ lumi, perchè da un lato illumina l'azzurro dell’aria e tinge di sè quella parte ch'essa vede.... non puoi fuggire che, mostrando la causa di tali ombre e lumi, tu non faccia le ombre e i lumi partecipanti delle predette cause, se no l'operazione tua è vana e falsa. E se la tua figura è in casa oscura, e tu la vedi di fuori, questa tal figura ha le ombre oscure sfumate, stando tu per la linea del lume; e questa tal figura ha grazia, e fa onore al suo imitatore per esser essa di gran rilievo e le ombre dolci e sfumose, e massime in quella parte dove manco vedi l’oscurità dell'abitazione, imperocchè quivi sono le ombre quasi insensibili » (1). Deliberatamente dunque, Leonardo cerca un pretesto naturale per sottrarsi al dovere prefissosi di riprodurre tutte le ombre di una aperta campagna. È già un principio di scelta, un principio di stile. Chiede uno sfondo di ambiente chiuso, ma poco scuro, perchè le ombre delle immagini siano « dolci e sfumose », quelle che fanno onore al pittore. E perciò si parte dall’aperta campagna, sopra tutto da quella soleggiata campagna di mezzodì, che pure ha ammirato nella natura. Altrimenti, avrebbe pur dovuto, per amor di verità, tener conto delle ombre azzurre, che certo « disonorano » il pittore quanto « l’onorano » le ombre sfumose dell'ambiente chiuso.

Per ottenere le ombre sfumose, per distendere sulla natura un velo di riflessi vitrei, Leonardo si richiama allo specchio. «Lo specchio di piana superficie contiene in sè la vera pittura in essa superficie; e la perfetta pittura, fatta nella superficie

(1) Trattato, B. 83.