La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

60 PARTE PRIMA

di qualunque materia piana, è simile alla superficie dello specchio ; e voi, pittori, trovate nella superficie degli specchi piani il vostro maestro, il quale v' insegna il chiaro e l'oscuro e lo scorto di qualunque obieito : ed i vostri colori ne hanno uno che è più chiaro che le parti illuminate del simulacro di tale obietto, e similmente in essi colori se ne trova alcuno che è più scuro che alcuna oscurità di esso obietto; donde nasce che tu, pittore, farai le tue pitture simili a quelle di tale specchio » (1).

Appunto, accentuare i chiari e gli scuri, come fa lo specchio, significa attenuare i colori, lustrarli. E il lustro, come Leonardo ha osservato nelle erbe e nelle foglie, sopprime il colore locale.

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Quando Leonardo si occupa « del lume dove sì ritraggono le incamazioni de’ volti, o ignudi », afferma che « questa abitazione vuol essere scoperta all'aria, con le pareti di colore incarnato, ed i ritratti si facciano di estate, quando i nuvolìi coprono il sole: o veramente farai la parete meridionale tanto alia, che i raggi del sole non percuoiano la parete settentrionale, acciocchè i suoi raggi riflessi non guastino le ombre» (2). Guastare con che? Col colore.

E porta alle ultime conseguenze la sua fobia dei riflessi cromatici. « L'ombra de’ corpi non deve partecipare di altro colore che quel del corpo dove si applica; adunque, non essendo il nero connumerato nel numero de’colori da esso si tolgono le ombre di tutti i colori de’ corpi con più o meno oscurità, che più o men si richiede nel suo luogo, non perdendo mai integralmente il colore di detto corpo, se non nelle tenebre incluse dentro ai termini del corpo opaco.

(1) Trattato, B. 404. (2) Trattato, B. 92.

V.