La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

LE PREFERENZE ARTISTICHE 63

Breve speranza ! Poichè in un altro passo sembra che il « colore » venga tradotto nel nero :

« I vestimenti neri fan parere gli uomini più rilevati che i vestimenti bianchi.... Adunque seguita che le parti del volto che vedono e son vedute dagli obietti neri si dimostrano partecipare di esso nero; e per questo le ombre saranno oscure e di gran differenza dalle parti di esso volto illuminate. Ma i vestimenti bianchi faranno le ombre de’ visi partecipanti di tal bianchezza, e per questo le parti del volto si dimostreranno di poco rilievo per avere il chiaro e lo scuro infra loro poca differenza di chiaro e di scuro; seguita che in questo caso l'ombra del viso non sarà vera ombra di tali cami » (I).

I riflessi si piegano al problema del rilievo. ***

Non è tuttavia il rilievo scultorio quel che Leonardo desidera. Egli ha osservato in natura che gli effetti di ombra non vogliono piani larghi, e che rispondono a una veduta lontana. Quando dunque consiglia: « i pittori, per ritrarre le cose di rilievo, debbono tingere le superficie delle carte di mezzana oscurità e poi dare le ombre più oscure, ed in ultimo i lumi principali in piccol luogo, i quali son quelli che in piccola distanza sono i primi che si perdono all'occhio» (2), Leonardo ha coscienza di suggerire un metodo di lavoro assai differente da quello che produce un rilievo scultorio, per il quale il disegno più adatto è evidentemente quello che, lineati i contorni, gradua più o meno il chiaroscuro ai limiti, lasciando ben distinta nel

centro la zona chiara. Invece, la zona chiara è limitata nella

(1) Trattato, B. 696. (2) Trattato, B. 215.

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