Bibliografia Vichiana II
MINORI
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facoltà di diritto ; avrà ascoltala la settima orazione inaugurale, De nostri temporis studiorum, ratione , che il Vico lesse il 18 ottobre 1708, e forse anche la sesta dell’anno innanzi ; non poche volte si saranno incontrati nella biblioteca dei Gerolamini », ecc. ecc. Tutto ciò è mero frutto di fantasia. Si pensi, per non dire altro, che nel 1706, data effettiva della sesta orazione inaugurale {v. sopra p. 10) il De’ Liguori contava dieci anni ! E frutto di fantasia è altresì ciò che scrive il Capone (p. 173) della possibilità che il De’ Liguori vedesse sul tavolino del Torno il manoscritto della prima Scienza nuova (che, per giunta, non sembra che il Torno rivedesse, dal momento che il suo parere si riferisce alla dispersa Scienza nuova in forma negativa ) e assistesse a qualche scambio d’idee tra il Nostro e il suo revisore ecclesiastico. Più probabile sembra qualche incontro in casa di Domenico Caravita, che, come informava già il protobiografo del De’ Liguori, Antonio M. Tannoia, e conferma il Capone (p. 140), fu, in gioventù, molto frequentata dal Santo. Utili, a ogni modo, i ragguagli bìobibliografici che sì riferiscono del Torno (pp. 168-74), del quale si riproduce anche un ritratto a olio custodito nel Duomo di Napoli. Tuttavia nell’elenco dei suoi pochi scritti viene omesso proprio il principale : la confutazione dell’ Istoria civile del Giannone serbata manoscritta nell’Oratoriana di Napoli (cfr. F. Nicolini, Gli studi e la fortuna di P. Giannone, Bari. Laterza, 1914, p. 102). 119. Al Vico accenna altresì Carlo Antoni così nella raccolta di saggi intitolata Dallo storicismo alla sociologia (Firenze, Sansoni, 1940), come ne La lotta contro la ragione (ibid ., 1942). Cfr. rispettivamente gl’indici dei nomi, sub « Vico », nonché una recensione del secondo scritto, inserita nella Critica del 1943 (XLI, 195-96) da Adolfo Omodeo, il quale, mentre Io caratterizza « uno dei più seri contributi di filosofia che si siano pubblicati di questi anni in Italia », fa notare, tra l’altro, riassumendo I’Antoni, che, nel primo impulso della reazione òe\V Aufklàrung al razionalismo cartesiano, sì riscontra una lontana somiglianza con Tanticartesianesimo del Vico ; ma che, in progresso di tempo, quella « lotta contro la ragione », lungi dallo sfociare in un vero storicismo, « sia pure quello iniziale del Vico del dispiegarnento della ragione nel processo della storia, identico con la provvidenza », si ridusse « ad una postulazione di una primordiale felicità e compiutezza, corrottesi col corso della storia ». 120. Una comunicazione su II fondamento estetico del linguaggio e del pensiero , presentata da Salvatore Francesco Romano al XIV congresso nazionale di filosofia tenuto nel 1940 a Firenze, è pubblicata così negli Atti (Milano, Bocca, 1941), pp. 203-12, come in opuscolo (Palermo, Fiaccavi©, s. a., ma 1941). 121. Un’ lntroduzione alla filosofia di Giambattista Vico è inserita da Amerigo Cerea nella rivista Contemporanea di Genova, quaderno 33, anno VII, novembre 1940 - gennaio 1941. pp. 545-57. 122. Le idee estetiche del Vico nelle « Orazioni inaugurali » sono studiate da Giulia Clerici nei Rendiconti dell’lstituto lombardo di lettere scienze e arti, voi. LXXXIV, fase. 11, anni 1940-41. 123. M. A. Guglielmi esamina La metafisica di Vico nelle sue fonti le.ibniziane ne\VArchivio della cultura italiana di Roma, fascicolo del gennaio-marzo 1941, pp. 23-34. 124. Una Nota su G. B. Vico , seguita da un’altra sullo Herder. Siro