Bibliografia Vichiana II

Conti pubblicò in Criterion , rivista di filosofìa, serie 11, anno IX, n° ] (Bologna, gennaio-aprile 1941). 125. 1 rapporti di Pietro Belli col Nostro (v. sopra p. 89 e passim) vengono inquadrati in una biografia del medesimo Belli, esibita da Nicola De Simone Paladini alle pp. 149-59 di Due poeti del travagliato Settecento salentino (nella rivista Rinascita salentina di Lecce, 1941, numeri 3-4). 126. Le solite sciocchezze sulle falsificazioni che gl’idealisti avrebbero perpetrate del pensiero del Vico sono ripetute da Riccardo Miceli, col titolo L’avventura d’una filosofia : Vico , nel Quadrivio di Roma del 13 aprile 1941. 127. Assai fiacca è un’ lntroduzione al Vico « politico », dovuta ad Aldo Bizzarri e della quale il primo capitolo fu pubblicato nella citata rivista italo-ungherese Corvina nel fascicolo dell’ottobre 1941, pp. 657-69, e il secondo in quello del novembre successivo, pp. 718-35. 128. Un volume in quarto di 176 pagine (Como, Cavalieri, 1941) Dante Severgnini consacra a La riabilitazione del senso nel Settecento e le ragioni storiche dello spiritualismo umanistico del Vico. 129. Veramente, nel consacrare al Vico il troppo breve (pp. 138-50) paragrafo del capitolo quinto ( Superamento del cartesianismo : Leibniz e Vico) della prima parte del secondo volume della sua Storia della filosofia (Firenze, Le Monnier, 1941), E. Paolo Lamanna comincia con rincorrere in talune inesattezze biografiche. E insufficienza e genericità caratterizzano la sua esposizione del pensiero vichiano, ripartita in quattro numeri : Critica del cartesianismo , Il nuovo criterio di verità , Il mondo umano , Corollari pedagogici. Comunque, il Lamanna ammette che « la Nuova Scienza è filosofia dello spirito umano nella sua storia » (p. 143), e che il « mondo umano » pel Vico è opera dell’uomo, e « chi obbedisce all’autorità di quella provvidenza che si rivela in esso, non obbedisce a un’autorità estranea, ma si sottomette a quella più profonda umanità che è in lui, ed attua così la sua libertà ». 130. Un saggio dal titolo Sviluppo del Vico , concepito quale introduzione a una ristampa della Scienza nuova , annunciata, ma non pubblicata ancora, dalla casa Bompiani di Milano, fu composto nel 1942 da Luciano Anceschi, che la raccolse poi alle pp. 97-144 del volumetto Civiltà delle lettere (Milano, lEI, s. a., ma 1946). 131. A proposito di quanto il Giusso asserisce dei rapporti ideali tra il Nostro e il Dilthey (v. sopra p. 863) Paolo Romano fa notare che i « ravvicinamenti del pensiero del Dilthay a quello del Vico, del Kant, del Nietzsche, del faine, del Goethe e perfino del Freud » sono istituiti dal Giusso «il più delle volte specie per quanto riguarda il Vico su affinità generiche, che nulla di concreto possono svelare sulla posizione del Dilthey ». Cfr. Giornale critico della filosofia italiana , XXIil (1942), pp. 234-38. 132. Ugo Spirito, ne La vita come arte (Firenze, 1943), pp. 103-25 non trova realizzata l’esigenza monistica dell’autocoscienza nella gnoseologìa vichiana, che gli sembra una concezione agnostica, costretta a trovare il suo rifugio nell’arte. 133. Anche ne I presupposti teorici della concezione sociale di Pisacane di Vincenzo Mazzei (rivista Fascismo, anno VII, 1943, fascicoli 5-6, p. 426) si accenna al Nostro.

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