Bibliografia Vichiana II

LAMEERE ■ COCKÉRY - DIVERSI ■ BREYSIG - SPENGLER

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nelle Risposte al Giornale de’ letterati, il Vico della Scienza nuova, e segnatamente della seconda, « parait se rapprocher de l’esprit cartésien, ca r il suppose que les principes qui gouvernent les sociétés se retrouveni dans 1’ homme, sujet connaissant », è sostenuto da Jean Lameere in una comunicazione presentata nell’agosto 1937 al Congrès Descartes di Parigi col titolo G. B. Vico critique ilalien de Descartes. Cfr. Travaux du IX congrès International de philosophie, 1, Études carlesiennes, première partie (Paris, Jermann et Compagnie, 1937), pp. 31-37. 1) medesimo Lameere inoltre, nel trattare l’anno antecedente de L’esthétique di Benedetto Croce (Parigi, Vrin, 1936), non aveva mancato d’accennare passim al Nostro, a cui aveva dedicato altresì (pp. 304-305) una sezione della bibliografia posta in fine del volume. Cfr. su quest’ultimo volume una postilla dello stesso Croce inserita nella Critica del novembre 1936, e ristampata nelle Pagine sparse. Ili, 85-86; nonché Giorgio Radetti nel Giornale critico della filosofia italiana, XVIII (1937), pp. 71-73. d) Più che altro compilatone e lavorate sulla monografia del Croce sono le 180 pagine in ottavo consacrate da Marcello Cochéry a Les grandes lignes de la philosophie hislorique et juridique de Vico (Presses Universitaires de France, 1923). Premessa un’ introduzione di natura biografica, l’autore studia in quattro capitoli lo sviluppo delle idee vicinane dai primi scritti alla Scienza nuova, eh’è trattata a parte, più ancora la concezione vichiana del diritto, nonché la fortuna del Nostro. Nell’ ultimo capitolo è toccata la questione delle asserite derivazioni del Montesquieu dalla Scienza nuova: derivazioni a cui anche il Cochéry crede poco, e che, a ogni modo, secondo luì, più che nell ’Esprit des lois, sarebbero da ricercare nella Grandeur et décadence des romains. e) /), g) Accenna al Nostro R. Ganzsyniec, in L’originalilé des « Prolegomena ad Homerum » (Eros, XXXII, 1929, pp. 713 sgg.). Infine, come Annie Barners, alle pp. 20912 del libro su Jean Ledere et la république des lettrés (Paris, Droz, 1938), studia i rapporti personali tra l’erudito ginevrino e il Nostro, cosi Paolo Emilio Schazmann, in Pellegrino Rossi et la Suisse (Ginevra, Sonor, 1939) accenna frequentemente all’efficacia che lo studio della Scienza nuova esercitò sul pensiero politico del Rossi.

II NEI PAESI DI LINGUA TEDESCA

1. K. Breysig e 0. Spengler. —La ripartizione delle vicende umane in quattro periodi politici, che viene presentata quale scoperta di Kurt Breysig al pari della teoria del Comte relativa alle tre età dello svolgimento mentale e dell’altra del Lamprecht circa le otto fasi dello svolgimento sociale (v. sopra pp. 550-51 e 716-17) —è, in fondo, niente più che una reminiscenza delle varie triadi del corso uniforme delle nazioni teorizzate nel quarto libro della seconda Scienza nuova. Ma, se non altro, il Breysig ricorda qua e là nei suoi scritti il No-