Bibliografia Vichiana II

che egli mentovi o mostri di conoscere !a Scienza nuova. Ma in lui ricorrono pure, in modo spiccato, taluni concetti prettamente vichiani : per esempio, lo stretto legame tra l’alto e il basso dell’uomo (o, come diceva il Nostro, tra la repubblica di Platone e la feccia di Romolo), dello svolgimento organico degl’ istituti politici, dei periodi storici determinati secondo siffatti cangiamenti e non sopra notazioni cronologiche ed estrinseche, e così via. 3. E. Auerbach e R. Peters. Giova mentovare insieme Eri eh Auerbach e Riccardo Peters : i due studiosi tedeschi, che, non senza recarsi apposta in Italia (e il Peters spingendosi addirittura sino a Vatolla), hanno, più di altri loro connazionali, studiato la vita e il pensiero del Vico, consacrando poi le loro utili fatiche a diffonderne la conoscenza nel loro paese, sempre restio ad ammettere la grandezza della Scienza nuova. Dell’Auerbach s’è già ricordata sopra (p. 59) la traduzione-riassunto in lingua tedesca della seconda Scienza nuova, Senonché egli ha arricchito la letteratura vichiana di questi altri scritti : a) Giambattista Vico , in Der neue Merkur di Monaco di Baviera, VI, 4 (luglio 1922), pp. 249-52; b) Entdeckung Dantes in der Romantik , in Deutsche Vierteljahrschrift fiir Liter aturwissenschaft und Geistesgeschichle, VII (1929), pp. 682-92 (Vico e i romantici) ; c) Dante als Dichter der irdischen Welt (Berlino e Lipsia, De Gruyter. 1929) d) recensione della monografia del Peters citata qui appresso, nella Deutsche Liter aturzeitung del 1929, n° 8, pp. 858-60. e) Vico und Herder (1931, estratto dall’annata nona della citata Deutsche Vierteljahrschrift). f) recensione della seconda edizione nicoliniana della seconda Scienza nuova, nella Deutsche Liter aturzeitung del 1931, fase. 26, coll. 1213 sgg. g) Giambattista Vico und die Idee der Philologie, nell’« Homenaje a Antonio Rubió i Lluch, miscelanea d’estudis literaris, historics i linguics » 1 (Barcellona, 1936), pp. 293 sgg. h) Spràchliche Beitràge zur Erkldrung der « Scienza nuova » von Giambattista Vico, nell’ Archivum romanicum di Firenze, XXI (1937),’ pp. 173-84. Esaminare a parte a parte codesti scritti condurrebbe troppo lontano. Piuttosto, dopo avere tributato all’Auerbach la lode ch’egli merita nella misura più ampia, giova soggiungere che taluni suoi giudizi vanno o accolti con riserva o addirittura respinti. Per esempio, nessuno intende negare che certi concetti e certi studi abbozzati o iniziati durante il Rinascimento vennero approfonditi lungo l’età barocca, e che codesto approfondimento non restò senza efficacia sul Nostro. Ma fare poi del-I’umanista-preromantico Vico l’espressione dell’età barocca è l’amico autore mi perdoni il bisticcio barocco un’ idea alquanto barocca, destinata a divenire ancora più tale nelle fantasticherie del

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MÒSEK - AUERBACH ■ PETERS