Bibliografia Vichiana II

Philos. Doktorvvunde... zu Erlangen... 3 Oklober 1931 » (Erlangen-Bruck, Krahl, 1932, pp. x - 206 in 8°). p) Egon Vietta, G. B. Vico , in Die Literatur di Berlino, 1934. Nel discorrere, tra l’altro, dell’ « attualità » del Vico, osserva che egli fu il primo a spingere « il problema della nostra cerchia culturale » verso « un’ inquietante luce di destino » : ragione per cui potè essere apprezzato nel suo grande valore solamente quando la fede nell’onnipotenza del sapere, e, con ciò, nel razionalismo « fu colpita nel suo nòcciolo ». Aggiunge che uno dei maggiori meriti del Croce è di avere richiamato l’attenzione del mondo intero sulla grandezza della filosofia vichiana, la quale avrebbe avuto ben altra efficacia, se a interrompere bruscamente l’azione feconda di esso Croce non fosse scoppiata la prima guerra mondiale. Bensì, secondo il Vietta, il Croce sarebbe avvinto da «quegli stessi vincoli razionali di pensiero, di cui il Vico è vincitore ». q) Karl Joèl, « ìVandlungen der Weltanschauung. Eine Philosophiegeschichte als Geschichtphilosophie » (Tiibingen, Mohr, 1934), 11, 63 68 : Der italienische Humanist Vico. r) G. Zamboni, Neuste Vico - Literatur. negli Italienische Kulturberichte di Lipsia, li (1937), pp. 171 sgg.

III NELLE ISOLE BRITANNICHE

1. C. E. Vaughan, J. G. Robertson, Thomas Whittaker. A prescindere dal Collingwood, di cui si è discorso nella sezione precedente (pp. 823-24), questi tre sono, tra gli scrittori inglesi, coloro nei quali lo studio del Vico, conosciuto da essi prima attraverso la monografia del Croce, poi direttamente sui testi, sia riuscito maggiormente fruttuoso. Il Vaughan, professore emerito di letteratura inglese nell’ Università di Leeds, tratta del Nostro in due scritti: in un discorso dal titolo G. B. Vico , an eighteenth century pioneer, inserito nei Bulletin of thè John Ryland’s library , voi. VI, n° 3, e in un capitolo dei due volumi di « SLadies in thè history of politicai philosophy before and after Rousseau, edited by G. Little » (Manchester, University Press, 1925). In questo capitolo è dato grandissimo risalto alle dottrine politiche del Nostro, che, nel precedente studio, è presentato quale rinnovatore della filosofia politica e della storiografia greco-romana, fondatore della mitologia comparata e di altre discipline affini, inauguratore della considerazione filosofica della storia, e, insomma, precursore non soltanto del secolo decimonono, ma, in molte cose, anche del ventesimo. Assai fini certe osservazioni particolari, delle quali mette conto indicarne due. L’una concerne la « discoverta del vero Omero », a proposito della quale il Vaughan scrive che la vera questione omerica, lungi dall’essere questione di autore o di condizioni sociali o di geografia, è questione di valutazione poetica : ragione per cui il merito precipuo del Vico è stato quello di avere aperto il nostro spirito alla potenza imma-

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