Bibliografia Vichiana II

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YEATS ■ DIVERSI

prevalgano i molti, « diventa più felice quando un uomo singolo, circondalo da subordinati capaci, ricacci i molti alle loro faccende private ». Dopo dì che, diventa quasi inutile soggiungere che, giusta il poeta irlandese, a tradurre in realtà il pensiero vichiano avrebbero provveduto in Italia il Mussolini e « i suoi abili (!) collaboratori ». Non più accettabile quanto, sempre a proposito dei ricorsi vichiani, 10 Yeats soggiunge della preferenza da dare alla teoria dei cicli storici rispetto a quella del progresso linearmente inteso. Tanto meno accettabile in quanto il motivo addotto a sostegno è che la dottrina circolare conta millenni di vita, laddove quella lineare appena un paio di secoli. Per ultimo, Io Yeats coglie alquanto meglio il segno, quando discorrendo, in On thè boiler (1938), della forinola vichiana che noi non conosciamo veramente se non ciò che facciamo noi stessi, osserva che 11 Vico « fu il primo a scoprire nella sua mente e nel passato europeo tutto il destino umano ». Che anzi, al fondamento della gnoseologia vichiana s’ispira il medesimo Yeats nella sua ultima poesia, nella quale, tra l’altro, canta : Whatever flares upon thè night Man’s own resinous heart has fed, ossia : « Quale che sia la cosa che fiammeggia sulla notte, il proprio resinoso cuore dell’uomo la ha nutrita ». Cfr. Fisch, introduzione alla traduzione inglese dell’ Autobiografia, pp. 98-99 e 214-15, che cita, dello Yeats, fVheels and Butterflies (1935), pp. 16 sgg. ; A Vision (1988), pp. 261 sg. ; On thè boiler (1938), p. 22 ; e rimanda, tra coloro che s’erano indugiati già sui rapporti ideali tra il filosofo napoletano e il poeta irlandese, a Louis Mac Neice, The poelry of W. B. Yeats (1941), pp. 125 sg. ; e a Joseph Hone, W. B. Yeats (1943), pp. 393 sg., 444. 6. Diversi. Trascrivo le non molte altre schede che sono riuscito a mettere insieme. a) S’è visto già (p. 725) che Bernardo Bosanquet scrisse una storia dell'estetica senza mentovare nemmeno il Vico. Qui si aggiunge che in una lettera al Webb, sfogandosi contro il Croce, che aveva negato la triade hegeliana dello Spirito assoluto e sostenuto il concetto vichiano dell’anteriorità della poesia alla filosofia, sospettava, in codesta « ossessione pel Vico », nientemeno che dello « sciovinismo ». Vedere il volume « Bernard Bosanquet and his friends, Lettere illustring thè sources and thè development of his philosophical opinions, edited by J. H, Muirhad » (Londra, Alien e Unwin, 1935), p. 214, e cfr. Croce, Aneddoti di varia letteratura citati, 111, 357. è), c), d), e). Nella più volte citata introduzione alla traduzione inglese àe\V Autobiografia, pp! 94-95 e 214, il Fisch ricorda altresì Giambattista Bury, Joseph Mac Cabe, il Benn e il cattolico Herbert Read. Del primo autore anche, tra altri Selected essays (Cambridge, 1930), di The Science of history edi Darwinista and history èda vedere Videa of progress, nella quale s’afferma che la teoria vichiana dei cicli storici è