Bibliografia Vichiana II

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PREMESSA

nella Scienza nuova è tipeggiamento empirico di fatti sociali, vale a dire press’a poco ciò che s’intende comunemente per filosofia della storia, preferirono seguire e approfondire quella filosofia sulla storia e quella filosofia nella storia, che s’incontrano, e forse in proporzioni più ampie, nell’opera vichiana. Vi s’incontra 1’ una nel tentativo, ben altrimente riuscito, di costruire una teoria filosofica della storiografia. Vi si incontra l’altra nell’altro tentativo, anch’esso perfettamente riuscito, di applicare nella ricostruzione di taluni grandi fatti storici il sorgere delle società eroiche o barbariche, la comparsa del feudo, la composizione dei poemi omerici, la storia primitiva di Grecia e di Roma, la rinnovata barbarie medievale, e via enumerando l’unità dialettica della filosofia e della filologia o, ch’è il medesimo, la conversione di questa in quella. Senonché non soltanto a una ripercussione della fama goduta da lui in tutta l’Europa colta è da attribuire la fortuna grande arrisa al Vico dall’un capo all’ altro d’ Italia lungo il periodo che c’interessa: fortuna culminata nel 1845, quando venne inaugurato a Napoli, nel nome venerato di lui, quel settimo congresso degli scienziati italiani, al quale è riconosciuto concordemente il merito politico d’avere cominciato a predisporre gli spiriti a quell’ esplosione del più puro amor patrio che fu la pur non riuscita rivoluzione del 1848, ad affratellare gl’ intellettuali d’ltalia nel culto verso colui che, come s’ è visto (p. 321), il Goethe chiamava il loro grande « Altvater », e anche a suscitare in talune anime elette desideri, aspirazioni e speranze di unità nazionale. E, invero, mentre i cultori italiani di filosofia, districatisi dal sensismo e materialismo del secolo decimottavo, non potevano non fare capo all’ultimo grande filosofo idealistico italiano, la tensione sempre più forte verso il risorgimento nazionale, insieme con le annesse celebrazioni di tutte le glorie italiane, doveva necessariamente condurre a porre assai alto, e sovente l’uno accanto all'altro, l’autore della Divina Commedia e quello della Scienza nuova. Che anzi sotto codesto particolare aspetto, vanno ricordate due cose dette già sopra (pp. 412-13) ; l’una che all’antinazionalistico Vico della Scienza nuova (antinazionalistico ; non, naturalmente, antinazionale) era preceduto il quasi nazionalistico Vico del Liber metaphysicus; l’altra, che, prendendo appunto le mosse dal Liber metaphysicus e contaminandolo con interpretazioni esagerate di taluni passi della Scienza nuova.