Bibliografia Vichiana II

405 anche Vittorio Imbriani, A. Poerio a Venezia citato, p. 427, e L. Alitjuò-Lenzi, Gli scrittori calabresi (Messina, 19X3), p. 260, il quale, pp. 235-87 esibisce altresì copiose notizie biobibliografiche del Lomonaco. 10. E. Fagnani. S’è già ricordato sopra (p. 426) Epifanio Fa<mani da Mortara (1793 C.-1868), quale studioso condotto al 'vichismo dalla venerazione pei Foscolo. Qui è da aggiungere che egli ebbe come due idee fìsse. L’una, che la filosofìa si debba fondare sui fatti, nel senso che per ciascuna idea vada ricercato il fatto umano correlativo, e che di qualunque idea non sia possibile avere una spiegazione soddisfacente se non si considera in quali guise e attraverso quali fatti quell’idea si manifesti come negl’ individui singoli così nei vari aggregati sociali. L’altra, che la vita umana non sarebbe possibile senza la divinazione, la quale ci consente di ravvisare la causa o forza immanente che sta sotto i fatti sensibili e li produce ; ci fa conoscere le leggi della natura e, al tempo stesso, ci consente la previsione del futuro ; porge alla vita ragionevole dell’uomo quella sicurezza che deriva al bruto dall’istinto ; dà origine alla stessa intelligenza umana, al libero arbitrio, alla religione, alla società ; e, insomma, va collocata tanto più in alto in quanto la stessa provvidenza « non è altro in sostanza che 1’ ultima astrazione o l’essenza stessa della divinazione universale ed eterna ». Con queste idee fisse, esposte primamente in una Storia naturale della potenza umana (Mortara, 1833), poi in altro studio dal titolo L’origine e Vujficio della filosofia (Torino, 1854), il Fagnani si diè a meditare la Scienza nuova. E poiché, tra l’altro, trovò svolti in essa questi due concetti che la sapienza cominciò, presso gli uomini primitivi, da una rozza divinazione (Opp., IV, capov. 365), e che dai pagani «la provvedenza fu appellata ‘ divinità ’ da divinari, ‘ indovinare ’ » ( ibid ., capov. 342), credè di poter ravvisare nel Nostro il suo duca, signore e maestro. Pertanto pubblicava nel 1857 ad Alessandria, pei tipi dei fratelli Cazzotti, e, in seconda edizione, nel 1861, presso il Pomba di Torino, due volumi dal titolo Della necessità e dell’uso della divinazione testificati dalla « Scienza nuova » di G. B. Vico. Al dire di lui, il Nostro « non cessa di affermare e ripetere che i primi uomini vedevano le cose sotto aspetto di sostanze animate ». Né il Vico mancherebbe di « far riflettere che, mentre nella guisa più vergine di rav-

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MARINI • FAGNANI