Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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bruno od olivastro: un volto avvivato da occhi che esprimono pronta intelligenza, e contornato da “ ledine „ o chantillons „ che gli conferiscono un aspetto caratteristico e bizzarro. Le zingare sono generalmente simpatiche di viso, dall’ espressione arguta, e regolari di persona; di rado hanno una figura slanciata, e conservano intatto il tipo etnico per l’estrema repulsione della razza ai matrimoni misti: repulsione ricambiata d’altronde dagli indigeni con eguale fermezza, per tradizione, sentimento e disaffinità. A vederle in gruppo nelle fiere, nelle taverne, nei bivacchi, per vìa, le direste balzate fuori da un disegno immaginoso del Dorè. E ve ne sono di bellissime, dai viso ovale, dal profilo perfetto, dal pallore caldo e delicato, vibrante di vita, che ricordano alcune figure del Mudilo. Secondo gli Spagnuoli perchè una donna sia bella devono riscontrarsi in lei trenta “ si „ a quanto afferma il Mérìmée nella Carmen: ebbene, noi non esitiamo a dichiarare che taluni tipi di zingare molisane potrebbero sostenere con sicuro successo la lunga disamina, sempre che si prescinda dal biondo, che non esiste nella gamma di questi ardenti fiori del clima meridionale. Pur troppo, per la vita che menano, le zingare non hanno cura alcuna della “ toilette „ e sono quasi tutte un poco o molto sudicie ; senonchè per l’artista che si sofferma dinanzi alla purezza delle forme, all’armonia della figura, agli occhi profondi, vellutati, pensosi, dai fulgori strani di sensualità, la nota fastidiosa passa in seconda linea. Il ciclo della loro venustà se non è effimero come quello della rosa “ l’espace d’un jour „ —ha però breve durata. Fiorenti e nel vigor pieno della bellezza fra i sedici e i venti, a trent'anni sono già vecchie. La vita trapazzata, le privazioni d’ogni sorta, le fatiche della maternità ne sfioriscono il volto che vantava leggiadrie tizianesche, e ne stremano il seno che pareva plasmato sugli esemplari del Rubens. Parlano, gli zingari, un idioma in cui abbondano radicali arabe e voci greche piu o meno deformate : un idioma gutturale dì cui sono gelosi, perchè costituisce la suprema risorsa difensiva nei momenti d’imbarazzo e di pericolo. Credono alcuni che gli zingari seguano riti domestici e coufessionali speciali o misteriosi. Non è esatto. Hanno su per giù i nostri medesimi costumi, e sono cattolici come il popolo col quale convivono ; senonchè non eccellono per assiduità nell’ osservanza del culto, e può dirsi anzi, che eccezion fatta delle occasioni di battesimo, di nozze e di funerali— raramente è dato vedere zingari in chiesa. Manca loro il tempo, o la volontà ? Non sappiamo. Forse sono cattolici per mero adattamento opportunistico di secoli; e riducono la propria osservanza soltanto ai riti che non possono evitare senza differenziarsi spiccatamente coi più. Meno antica di quella degli Zingari è la immigrazione serbo-dalmata, o slava, della quale si ha la notizia più remota in una bolla del 1297 di papa Bonifacio Vili, riprodotta nella “ Storia Generale dell' Ordine