L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

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AL PRINCIPIO DEL XX SECOLO

parsi del miserabile e compromettente equivoco circa la voce « equinozio » ; se, malgrado la facilità del rimedio, malgrado iterate ed energiche proteste anche di tigli devotissimi della Chiesa ortodossa, oggidì ancora perdura un disaccordo nella celebrazione della Pasqua che nuoce alla considerazione stessa del Cristianesimo V ultima ragione di una tale attitudine è da cercarsi altrove che nel manco di buon volere, o in una sorta, di avversione per tutto ciò che sa di Occidente e di Roma. Che anche questa doppia causa non sia del tutto senza qualche influenza sulle menti e i cuori degli Ortodossi, soltanto chi vive nel mondo della luna potrebbe negarlo; ma essa è del tutto insufficiente a spiegare la detta attitudine. La spiegazione di una tate attitudine neppure è tutta nel sistema federativo della Chiesa ortodossa : o nella solidarietà che lega tra loro tutti gli Ortodossi ; o nella reciproca dominazione del poter religioso e del civile, dei pastori e dei fedeli, e sì via via ; molto meno, poi, nei tanti pretesti allegati e riallegati e ripetuti a sazietà nella stampa ortodossa per legittimare, agli occhi delle popolazioni, L opposizione alla riforma gregoriana, E così è realmente e, se ne parlo, non è meno per difendere 1' Oriente clic per fare atto di equità, se non di giustizia, verso il mondo ortodosso. Che diremmo, noi Italiani, se ci si domandasse, per ipotesi, qualcosa di sommamente ragionevole e utilissimo al progresso generale dell' umanità, ma che a noi paresse minacciare la nostra indipendenza? Non credo far torto a nessuno affermando che, pur riconoscendo la ragionevolezza e la generale utilità dì ciò che ci viene domandato, non potremmo non esitare; non potremmo non prender tempo ; non potremmo non rispondere ; « Volentieri ; però quando non ne sarà più minacciata la nostra indipendenza. » Ora, questo fa pel caso delle feste ortodosse. Per cause complesse e deplorevoli quanto si vuole, ma tristemente efficaci, la separazione nelle feste dall' Occidente, venne rappresentata come un doppio palladio della comune religione e delle singole nazionalità ortodosse. E, se è provato che colla paura non si ragiona, bisogna riconoscere che la paura, ragionevole o no, di mettere a repentaglio sia una religione che da noi si deve supporre sentita in cuore e come tale professata ; sia il bene della propria nazione, è una paura che ha radice in un doppio sentimento troppo nobile per non venire rispettato e, in ogni caso, trattato con estrema delicatezza.