L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo

45

AL PRINCIPIO DEL XX SECOLO

servato rio del Vaticano che ben vale, come monumento a Galileo, piti di mille statue, (*) il Patriarcato di Costantinopoli dichiara solennemente intangibile, finché non si sia trovato l'introvabile, un ingente ostacolo al progresso di tutta la scienza ! E precisamente quando il capo della Cattolicità, prendendo a cuore tutti i legittimi vantaggi, anche d'ordine meramente civile, dell'umano consorzio, dichiara, per l'organo del Cardinale Secretario di Stato che, se il desiderio ne fosse generale o si ovviasse al perìcolo di aumentare le dissensioni delle Cristianità pericolo per nulla imaginano , la Santa Sede potrebbe prendere in considerazione perfino l'iniziativa di una semplificazione delle regolo pasquali, ( 8 ) il Patriarcato di Costantinopoli dichiara, colla massima solennità, quasi beffandosi dei canoni, della scienza e della logica internazionale : che nulla, assolutamente nulla, è da riformare nel suo Calendario! Per buona sorte, il Patriarcato di Costantinopoli figura, senza fargli torto, nella totalità del mondo civilizzato, quanto, per l'ltalia, la Repubblica di San Marino : ma che eloquenza, dopo un millennio di scisma, in quel contrasto ! Che direbbe, levandosi dalla tomba, l'autore del Mgriobiblion, Fozio, quel miracolo di erudizione, che in sè stesso cercò di incarnare tutta la scienza del suo tempo ! Ecco perchè noi siamo in presenza di un’ inevitabile alternativa ; a) 0 il Patriarcato greco di Costantinopoli ha adoprato il paradosso e la cella, per meglio provocare critiche, ed osservazioni che servissero a preparare alla riforma del Calendario giuliano le popolazioni ortodosse e, in questo caso, ha reso un segnalatissimo servigio all’ umanità, ha fatto atto di lealtà fin presso all’eroismo; ha diritto alla riconoscenza di tutto il mondo civilizzato, ed io non avrò tatto, con questo scritto,

I 1) Interamente al fatto, come sono, dell* orìgine deli’Osservatorio Vaticano, posso garantire che nè il mio compianto Confratello P. Renza che ne fu il principale inspiratore e il primo Direttore, nè il compianto Pontefice lacui grand’anima tosto ne comprese e benedisse il pensiero, si proposero che quell’ Osservatorio dovesse servire a perpetuare l’insegnamento e la difesa del sistema di Tolomeo. Ecco perchè ho detto, e credo a ragione, che esso vale, come monumento a Galileo, piU di mille statue, ( J ) Vedi più sopra la lettera del Card. Rampolla al Prof. Forster. Osservo che la limitazione della grande mobilità della Pasqua potrebbe aver luogo, senza nulla sacrificare di ciò che ha un serio fondamento nello stesso simbolismo cristiano. Vedi, nel Bessarione del IPOO, N. 47-4 S, il poscritto all 1 articolo; La cristianizzazione del Calendario e. la riforma pasquale in Russia, che ha per titolo: Sulla limitazione della mobilita della Pasqua.