La politica antitaliana in Austria-Ungheria

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ALESSANDRO DUDAN

(verstàrkter Heichsrat), ma questo non vota nè crediti nè soldati e domanda maggiori concessioni e la corte ritorna all’ assolutismo con il ministero del conte Belcredi, che sospende la costituzione (la Sistierung del 1865), e prepara la guerra del ’66, che fu di nuovo opera precipua della camarilla sperante con un esercito vittorioso di fiaccare di nuovo ogni movimento liberale in Austria e in Ungheria. In Ungheria specialmente il fermento popolare diveniva sempre più minaccioso. Già nel 1857, recatosi l’imperatore a Budapest, durante il grande ricevimento a corte il primate d’Ungheria gii presentò un memoriale firmato’da 130 capi delle famiglie più aristocratiche, vescovi, scienziati ecc. chiedenti il ripristino della costituzione ungherese ; ma Francesco Giuseppe dietro suggerimento dei suoi consiglieri, l’arciduca Alberto e i ministri Bach e Kempen, avvertiti a tempo delle intenzioni del primate, rifiutò di accettarlo ; ciò non fece che inasprire gli ungheresi, Contro ogni proposta di riforme, c’era sempre l’opposizione, l’intrigo, il veto della camarilla e specialmente dell’arciduca Alberto, tanto che nel ’6O invitati gli arciduchi Ranieri e Massimiliano, vissuti gran tempo in Italia e conosciuti per spiriti più liberi, ad assumere il posto di governatore in Ungheria vi si rifiutarono energicamente e anzi si disse che fra l’imperatore e Massimiliano ci fosse stato un vivacissimo scambio di parole sul malgoverno nella monarchia (1). Bismarck, che sapeva l’importanza, che il malcontento dei popoli poteva assumere in certi momenti, seguiva attentamente le fasi di questi conflitti fra la corte d’Austria e i suoi popoli e dalla corrispondenza fra lui e il ministro prussiano a Vienna, barone Werther, si detraggono interessanti notizie sull’ opera della camarilla e del partito militare a Vienna, ai quali Werther attribuisce tutta la responsabilità della guerra del ’66 e in prima linea all'aiutante generale dell’imperatore, conte Crenneville, che trovò appoggio nei ministri conti Mensdorff ed Esterhazy; persino la nomina di Benedek a generalissimo austriaco sarebbe stata secondo un altro informatore di Bismarck un inganno della camarilla teso all’imperatore.

(1) Fu questo il tempo (1865), in cui Palmerston caratterizzò così bene le funzioni del sovrano d’Austria : « non ha che da fare l’eterno mediatore fra i suoi ministri in baruffa continua ».