La politica antitaliana in Austria-Ungheria

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ALESSANDRO DDDAX

tare leggi antitaliane, e dinanzi al pubblico, che deve pagare gli armamenti per terra e per mare contro l’ltalia. La vera e l’ intima ragione di questa politica militare antitaliana in Austria è la necessità, che ha V esercito austriaco, come l’hanno tutti gli eserciti, di avere anch’esso un ideale, che in questo caso è un nemico ideale, un ideale di guerra, nel quale 1’ esercito vede la ragione del suo essere ; 1’ esercito austriaco può meno di qualunque altro, appunto per il suo ibridismo nazionale, accontentarsi di un ideale dì difesa dei confini patri. Dove sono i confini per i soldati tedeschi, dove per gli slavi dell’Austria ? Dall’ altro canto il nemico non lo si sceglie cosi a casaccio, nè per puro sentimentalismo. E se è ridicolo pensare, che l’ltalia voglia fare una guerra per le province au siriache, altrettanto ridicolo sarebbe credere, che in Austria si voglia far la guerra per riprender all’ltalia il Lombardo-Veneto. C’è invece un altro motivo, reale, esistente, per il quale le alte sfere e il partito militare in Austria ritengono possibile un conflitto e una guerra con l’ltalia ed è : la politica balcanica ! Dai tempi di Andrassy e di Bismarck l’Austria si inorienta : vuole avere tutta la costa orientale dell’Adriatico, dunque l’Albania, perchè ora, dato un caso di guerra, col canale di Otranto l’ltalia le chiude ogni sbocco nel Mediterraneo e le rovina tutto il commercio per mare, oppure cerca un altro sbocco a Salonicco o magari se li piglierebbe ambidue (1). E l’ltalia, che

(1) La propaganda austriaca noi Balcani (e in Albania specialmente dallo scoppio della guerra italo-turca) progredisce a passi giganteschi anche li, come fra i serbi, ove le popolazioni sentimentalmente e politicamente le sono avversi. Ottimi agenti per la sua penetrazione economica in Oriente l’Austria cattolica ed antisemitica trova nei suoi israeliti tedeschi ed ungheresi, commercianti ed industriali eccellenti e coraggiosi, nei suoi sudditi slavi, meridionali e nordici, e nei tedeschi della Transilvania. Pericolosissima anzitutto per l’ esistenza indipendente dei popoli balcanici è la diffusione ognor crescente della civiltà tedesca assieme eoi commercio, della lingua tedesca, degli studi e degli usi tedeschi nei Balcani. Si può dire, che quasi tutta l’intelligenza balcanica, meno poche eccezioni a favor della Francia e pochissime d’ltalia, ha fatto i suoi studi superiori nelle scuole tedesche dell’Austria e della Germania, che favoriscono questa importazione intellettuale con ogni mezzo: istituendo cattedre, seminari, archivi speciali per lo studio delle lingue e della storia dei popoli balcanici e concedendo facilitazioni di ogni specie agli studenti (per gli albanesi e per i serbi ci sono a Vienna per es. collegi-convitti speciali, con posti anche gratuiti, ed anche per ragazze). Vienna e Berlino più che Pietroburgo o Mosca si posson dire il centro