Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù, str. 249
Capo V. Stazioni nell ' Emilia.
229
I Padri, oltre ai servire, corri' era di dovere, le loro benefattrici, ascoltandone nella chiesa di San Pietro le confessioni, e dando ad esse, in cambio del pane materiale, che ricevevano, il cibo spirituale della divina parola, si occupavano in altri molteplici ministeri, nella città e in altri luoghi. Nel 1875, anno del giubileo, faticarono (per usare la frase d’una memoria manoscritta che teniamo sotto gli occhi) usque ad miraculum. E la città ci era affezionata grandemente ; del che par segno sufficiente il fatto che nello spazio di soli tre anni, nel 1874 e nei due seguenti, ben sei Piacentini entrarono nel nostro noviziato. Nè punto meno degli altri cittadini ci amavano il Vescovo Mons. Antonio Ranza (che spesso affidava ai nostri Padri le più importanti predicazioni e i più delicati uffici) e il clero, almeno gran parte di esso, perchè in quegli anni era scisso miseramente dai partiti. 1}
(D Si trova purtroppo ripetuto in parecchi luoghi delle memorie di Piacenza, sì degli anni di cui si tratta presentemente come d’alcuni anni che seguirono appresso, che in più d’ uno de’ sacerdoti non si poteva scorgere un grand’ affetto per la Compagnia, nè s’ accostavano volentieri a noi ; e in un luogo si dice che vera causa di ciò era il liberalismo, cioè illa pestis tantorum malorum causa , che già da molti anni aveva seminata la discordia nel clero. Del resto Piacenza non era la sola città in Italia, che avesse da piangere un sì gran male. I settari d’ Italia ebbero in tutti i tempi e in tutti i luoghi un gran desiderio di trarre il clero a sentimenti liberali, t: tante furono le arti da loro usate, massime nei seminari, che purtroppo giunsero spesso a colorire il loro empio disegno. Così la Compagnia ebbe a sostenere, se non le più aperte e dichiarate persecuzioni, certo le più pungenti e le più dolorose, appunto da sacerdoti. Il detto disegno della massoneria, di guadagnarsi il giovine clero, si scorge in un documento, oramai pubblico e notorio, del 1819 (che si può leggere a pag. 28 dell’opera di Don Carlo Bonacina citata a p. 180 nota 1). È un’ istruzione, che I’ alta vendita dei Carbonari dava a’ suoi adepti : nella quale, tra l’altre molte, che si tralasciano, si leggono queste parole : « Fate che quelli principalmente che s’ingaggiano nella clericale milizia, si dilettino de’ vostri trattenimenti Offrite loro sulle prime, ma sempre in segreto, de’ libri inoffensivi, delle poesie risplendenti di enfasi nazionale , quindi a poco a poco, menate i vostri merlotti alla cottura che volete v0i.,.. Volete stabilire il regno degli eletti sopra il trono della prostituta Babilonia ? fate adunque che il sacerdozio marci sotto la vostra bandiera, lasciandogli sempre credere di marciare sotto la bandiera delle chiavi apostoliche.