Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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Circa, due secoli dopo nell'anno 529 S. Benedetto da Norcia (480543) edificava nella Campania, sul monte dell’antica “ Casinum „ il primo eremo dell’ordine che si disse poi Benedettino. Cronologicamente, quindi, i Basiliani avrebbero potuto svolgere pei primi fra noi 1’ apostolato evangelico ed opporsi alla corruttela dei costumi; ma l’opinione più diffusa e fondata è che i Benedettini furono i primi banditori e missionari del Vangelo nelle nostre contrade; o Dante è dello stesso avviso (Par. XXIII, 37) quando fa dire a S. Benedetto : E tanta grazia sovra me rilesse. Ch'io ritrassi le ville circostanti Dall’ empio culto che il mondo sedusse. * * * Al sorgere della Badia Cassinese, i tempi volgevano proprizì all’espansione del monachiSmo. Da oltre un secolo lo nostro terre erano state buttate e dominate dai Visigoti, dai Vandali, dagli Eruli, ed allora ora la volta degli Ostrogoti. Queste successive incursioni dei barbari, e la stratificazione etnica che ne conseguiva, avevano formato nei nostri luoghi una società plurilingue, difforme, caotica: una società rozza e brutale in preda alle passioni più violente, ed alla più orribile indisciplinatezza. L’amalgama fra vincitori e vinti, fra indigeni sottomessi ed immigrati prepotenti, doveva essere opera di secoli ; frattanto, naturalo od immanente, l’antipatia reciproca e la repngnanza, e comune il disagio determinato nella forzosa convivenza sociale dai differenti caratteri di razza, dal grado differente di mentalità o costumi. La parola calda e fascinatrice dei discepoli di S. Benedetto non poteva non far presa fra le classi più misere delle popolazioni, e fra tutti coloro che sentivano il bisogno d’igfuggire alle prepotenze sociali sotto 1’ egida della fede. La casa di Montecassino aveva già diramato propaggini in molti luoghi delle vicinanze; ed i suoi neofiti si raccoglievano in cenobi innumeri—oasi e presidii della cultura spirituale. Questi cenobi erano smarriti—è verofra lo vecchie foreste inviolato, o annidati sulle vette inaccesse dei monti, quasi ad affermare il profondo distacco dalla vita mondana e ad invocare più da presso la clemenza di Dio; ma i religiosi e gli asceti non coltivavano soltanto lo spirito, ma pure la madre terra , e col sudore delle fatiche manuali rendevano fecondi i campi dianzi sterili, associando l’altezza del Vangelo alla dignità dell’Agricoltura. Gli umili vedovano in quei monaci laboriosi e tranquilli i vindici dello miserie proprie : i potenti , gli ammonitori il cui verbo ora prudenza ascoltare. 1 ricchi castaidi usi ed abusi alla violenza cominciarono ad imitare l’esempio di Niceforo l’oca, donando ai novelli Attanasio danaro per edificar monasteri, e feudi per la sussistenza dei religiosi. Ore-

ti, B. Masciotta - Il Molise - 18