Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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Nel Molise, per quanto ci consta, non si ebbero che due sole fondazioni francescane durante il periodo svevo , e cioè il convento di S. Stefano in Iscrnia ed un altro a Venafro, ambo detti poi di S. Francesco alla morte del più alto dei mistici. Sopravvenuti gli angioini, ecco il Molise saturarsi di associazioni francescane, quali il monastero dei Minori in Larino nel 1312, di S. Francesco in Venafro nel 1332, o i conventi di Agnone nel 1343, di Tormoli, di Boiano, ecc. Fin dal 1260 i monasteri francescani erano stati raggruppati in due custodie; quella di Molise e l’altra di Civitate istituite nel Capitolo Narbonose dello stesso anno, presieduto da S. Bonaventura da Bagnorea, Generale dell’Ordine. In seguito alla divisione dei Minori in Osservanti e Conventuali—come innanzi si è detto —fu spedito nelle nostre contrade il beato Giovanni da Stroncone (?-14l8). Commissario Generalo, por richiamare al primitivo fervore le case esistenti, e diffondere quelle per religiosi Osservanti che aU’Ordino pareva difettassero (264). Sorsero, in conseguenza di ciò, nel 1407, i monasteri osservanti di S. Maria dello Grazie e S. Giovanni dei Gelsi in Campobasso, e quollo di S. Onofrio in Casacalenda; e poi, con l’aiuto di S. Giovarmi da Capistrano (?-1456) e S. Bernardino da Siena (1380-1444) i conventi di S. Maria degli Angioli in Agnone ed altri parecchi. I discepoli e gli ammiratori seguirono l’esempio di quella triade insigne, e moltissimo case francescane vennero edificato nel Molise nella seconda metà del secolo XV , come può rilevarsi nelle monografie comunali nei successivi volumi. In vista della molteplicità di tali enti, prodotta da cosi attiva propaganda, l’Ordine ritenne opportuno di sostituire alle duo antiche custodie una giurisdizione più vasta, cui fu dato il nome di provincia monastica di S. Angelo di Puglia, in ricordanza del pellegrinaggio compiuto da S. Francesco alla grotta del Gargano. Ai Conventuali restarono le case fondate a tutto il secolo XIV, già da noi in parte menzionate, ed agli Osservanti le nuove edificate : ciascuno con provincia propria egualmente intitolata a S. Angelo di Puglia, e con proprio provinciale, sottoposti però aH'unico Generale deU’Ordine, A questo Generale “ totius Ordinis Minorum „ fu soggetto fino al 1619 anche il ramo Cappuccino. Gli Osservanti, peraltro, nel 1517 avevano avuto un Generale lor proprio. Nella Spagna, intanto, S. Pietro d’Alcantara, nel 1561, distaccava dagli Osservanti un altro ramo con costituzioni più severe e penitenti, detto dal suo nome degli Scalzi Alcantarmi: i quali si diffusero anche nel Pegno di Napoli, furono noti comunemente col nome di Pasqualini, ed ebbero nel nostro Molise un convento a Venafro, od un ospizio a Boiano dipendente dal monastero di Piedimonte d’Alife. Contemporaneamente , il beato Stefano Molina promuoveva in Italia, fra gli Osservanti , la riforma delle Costituzioni in misura più austera, fondando i Minori Osservanti Riformati.