Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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Nella provincia di S. Angelo di Puglia, verso il 1588, seguirono questa riforma i conventi Osservanti di S. Antonio di Termoli, di S. Bramo di Guglionesi, di S. Onofrio di Casa calenda, di S. Pietro Celestino di Ripalimosano, e di S. Bernardino di Agnone. Ciò avvenne sotto il generalato del padre Francesco da Tolosa e il pontificato di Sisto V. 1 Padri Riformati ebbero nella provincia di S. Angelo un proprio custode; ma cresciuto il numero dei conventi e dei religiosi fu necessità erigere nel 1639 la provincia Riformata di S. Angelo di Puglia, con proprio Ministro provinciale. Questa carica venne conferita al padre Bonaventura da Roteilo, nel Capitolo celebrato nel monastero di S. Angolo in Serracapriola. Restarono agli Osservanti i conventi di Gesù e Maria (S. Martino in Pensilis), S. Giovanni e S. Maria delie Grazie (Campobasso), S. Nazario (Morrone), S. Maria delle Grazio (Jelsi), S. Maria Lauretana (Toro), S. Lucia (Vinchiaturo), SS, Trinità (Sepino) , S. Spirito (Macchiagodena), S. Maria dello Grazie (Ferii), S, Maria Lauretana (Cerro al Volturno), S. Maria delle Grazie (Isernia) o S. Maria del Carmine (Venafro). Declinando il secolo XVI tra gli ordini monastici stanziati nel Molise prevalsero tutte le diramazioni francescane, e fra questo per numero di case e religiosi i Minori Osservanti. Ascendevano le prime a circa una quarantina, i secondi ad oltre quattrocento ; e por motivi di dissidenze interne e ragioni di viabilità , la provincia monastica Osservante di S. Angelo dì Puglia fu giudicata troppo gravosa per le cure d’un solo provinciale; sicché, dopo insistenze molteplici o finanche un formale giudizio a Roma presso la Congregazione competente, si ebbe nel 1776 la sua partizione in due provincie: S. Angolo di Puglia e S. Ferdinando di Molise, cosi detta in onore di S. Ferdinando 111 Re di Casfciglia (?-1252) stato terziario francescano. Alla prima fu ascritto fra gli altri di Puglia il convento di S. Martino in Pensilis: alla seconda tutti gli altri dianzi mentovati. (265) I frati furono sempre e sono soggetti immediatamente alla S. Sode; sononchè il Concilio di Tronto, ad evitare gli abusi o le rivalità fra secolari e regolari , dispose che il Vescovo quale delegato della Sede Apostolica può punire i regolari che vivono fuori dei monasteri; o che i regolari non possono predicare contraddicendolo il Vescovo, e devono a questi obbedire nelle censure e negli interdetti, od osservare le festività, i riti, e tutto ciò che concerne il culto. & * Carlo Magno fu il primo ch’esentò i beni della Chiosa dai tributi in genere , tranne che da quelle peculiari prestazioni al principe le quali avevano carattere di ricognizione d'omaggio. Siffatte esenzioni, dette immunità, subirono nell’ antico Reame variazioni e riforme nel decorso dei secoli col succedersi delle monarchie. Sotto i regimi normanno e svevo le immunità furono generiche per la