Il Ritorno e la dimora a Messina di Don Giovanni d'Austria
«eruire la Citft jii li circliistanti ili 1» venuta diio Ber.mo d. Jo: daustria ju q insta cita 9G. 20. 15.
III. I feriti negli Ospedali.
La citta di Messina, preparandosi a ricevere ed a festeggiare i reduci di Lepanto, non potè» trascurare di tener pronti gli ospedali, e di apprestare i più urgenti soccorsi ai numerosi feriti che erano sulla flotta. Oli storici del tempo assai vagamente scrissero di ciò ; ma dalle ricerche fatte risulta che, oltre alla Infermeria falla Reli (/io ne aerosol imitano , nel palazzo del Gran Priore , aperta ai cavalieri ed ai soldati dell’ Ordine , di sommo benefìcio tornarono a quei generosi le cure ed i conforti ricevuti nel nostro ospedale di S, Moria della Pietà , oggi Grande Ospedale Civico, e nell’altro della Regia Porte o dell’Armata. Attendendo nel 1880 a preparare la monografia La Sicilia nella battaglia di Lepanto , e volendo ad ogni particolare accennato dare quel valore ed importanza che merita in un fatto d’interesse nazionale , non ho risparmiato le mie ricerche anco nell’archivio di questo Ospedale Civico, fondato nel 1542 con le rendite riunite di dieci istituti preesistenti. Kd è facile comprendere con quanto amore mi fossi dedicato, sperando che dai libri di amministrazione, o dagli elenchi personali, o dalle dichiarazioni dei medici, avrei potuto attingere notizie assai preziose. Benché la mancanza di tali registri, dovuta alle tante peripezie di questo istituto ed alla incuria di passate amministrazioni, mi avesse privato di ottenere prove dirette, purtuttavia dalle deliberazioni dei Tesorieri e dei Confrati ho ricavato tali elementi e congetture da non far dubitare della dimora ivi tenuta dai soldati feriti nella giornata delle Curzolari. 10, nel recare per primo questo contributo alla pagina storica di quella battaglia memoranda , ho dimostrato in una lunga nota (1) che dal novembre 1571, al febbraio 1572, proprio dall’arrivo della flotta a tutto il tempo necessario per la guarigione dei feriti, l’ospedale era pieno di infermi, da non lasciare neppure vuota la sala del Consiglio, e forse la chiesa, ove sovente i confrati solevano tenere le adunanze. (1) Lo Sicilio nello hntlntjlin ili Lepanto, Gap. Vili, da pag. 170 a 171!.
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