Lettere giuliane per la storia dell'italianità nostra

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Viene ora la Giulia. Il Giornale a.-u. c’insegna qui che «nell’antichità.... la Giulia era quel paese che oggi si chiama Carina». Questo non credo, anzi non so di nessun paese che fosse chiamato Giulia. Ma ognun sa che è tuttavia storico anche questo elemento, cioè ricorre in varie denominazioni geografiche nei paesi giuliani, come: Alpes luli ae. Pietas Tu lia (Fola), Colonia Tuli a (Pa ronzo), Forum lulu ( Frinii. ), Tuli u.m {Za gì io). Mentre, ripetiamo, l’elemento Litorale non ricorre mai nella storia e tenere!la età lui l’ amiro e incerta vita storica l’ illirico, i nomi p. e. di Alpes luliae e Pietas Tuli a furono tramandati per tradizione storica t.e poderosamente storica) e i due nomi sou quelli che più davano diritto al complemento ascoliano di Giulia : le Alpes luliae {dette anche Venetae da A. Marcellino, v. qui addietro ) sono i monti più grandi di questa parte della Venezia, e Pietas lulia era la città più florida degi’lstri romani! Bastava quest’ultima, la città capitale, per dare il nome a tutto il paese, come in tanti altri casi, quando occorre dare un nuovo nome a un paese e occorse nel caso nostro, perche la cosa nuova (il pasticcio impastato su queste terre al principio del secolo scorso) voleva un nome nuovo. Di moltissimo momento sarebbe poi il nome di <pugliesi che, secondo appare da un lavoro dialettologico abruzzese di G. Savini (La gramm.... del dial. teramano 1881, s. v. Ducig notte) designerebbe, nell’Abruzzo, gli abitanti della nostra riva o della riva orientale dell’Adriatico. Sarebbe di molto momento, ma la scrupolosità degli studi richiede qualche altra testimonianza sull’ età di questa voce nell’Abruzzo. Ad ogni modo, se per scrupolosità non volessimo accogliere cotesto Giugliesi in questa parte del nostro ragionamento, lo potremmo riservare sempre per la parte (11, 1), dove si mostra come il nome di Giulia (Venezia Giulia) ecc. sia usato oggi solo dai «settari irredentisti». Notate che il Savini in questo luogo, come altrove ne’ suoi scritti (e come, del resto, gran parte degli Abruzzesi) si occupa tanto dell’irredentismo, quanto noi ci occupiamo p. e. dell’«irredentismo» catalano o dell’irlandese ecc.