Un poeta dialettale friulano, imitatore del Béranger

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Oli, ce glorie! oli, ce onor! Ce degnissin protelor! Se no ài bez in te ! sacliete (Acident che al nass di rar) Che me conti nete e solete : No à da fa cun-t-nn avar. Dal teatro si va a cene, E par dutt 1 ’è dutt pajat: ’O voi incuintri a fà ime scene Se oress là sore mar9had. Oh ce glorie! oh, ce onor! Ce degnissin protelor! Non si può negare che questa grossolanità nuoce albe 11'ctt o estetico della canzonetta, e la rende in complesso inferiore alle altre due. Ma i friulani, schietti e giovialoni, per i quali lo Zorulti scriveva, dovevano trovare tuttavia più secondo il loro gusto, perchè più secondo il loro carattere, la riduzione zoruttiana: e di ciò va tenuto conto. Lo Zorutti, al solito, s’era rifatto quanto a naturalezza. Ceri ain soir, à la campagne Il nous mena, par hasard; Il m’enivra de champagne, E Rose fit lit à pari. Mais de la maison, ma foi, Le plus beau lit fut pour moi. Via ! È caricatura. Il miglior effetto artistico che si poteva trarre dalla situazione immaginata dal Béranger, era appunto il combinare le parole del marito in maniera da lasciar in dubbio il lettore se si trattasse di un’ imbecille a tutta prova o di un furbo matricolato, che speculi sulla bellezza della moglie. Ora il Béranger fa troppo pendere la bilancia da quest’ultima parte; e lo Zorutti tralascia questo particolare.