Un poeta dialettale friulano, imitatore del Béranger
È vero però che il Brofferio ha usufruito dell* idea del Béranger, togliendole l’eccessivo, come avrebbe potuto far lo Zorutti, e come probabilmente avrebbe fatto se avesse conosciuto la variante piemontese: Quand Pari fame andò hi Galissia Segretari d ? legassion, A mia foumna pr ’amicissia Chiel fasia conversassìon: A l’à fina mna con chiel A fé’ pasqua ant so castel. Tanto più che l’accenno al castello avrebbe invitato lo Zorutti, friulano, a cogliere questo particolare tanto per noi verosimile, se non a togliere di peso la strofe, che non era adatta al nostro pacifico borghese, nè alle intenzioni dello Zorutti, che non intendeva alla satira politico sociale. Il poeta friulano ha pure temperato la grossolana ingenuità con cui terminano i due mariti, francese o piemontese, le laudi delle rispettive eccellenze: tanto grossolana nel caso di un marito imbecille, quanto poco naturale, perchè troppo ardita, in bocca d’un marito furbo. A table il aime qu’on rie ; Maia porfois je suis trop veri. J'ai poussé la raillerie Jusqu’à lui dire au dessert : On croit, j’eu suis convaincu, Que vous me faites cornu ! E con più vivacità vernacola il Brofferio: Chiel am trata senssa gena Conni n'amis, coum un fratei, Ma quaichun lo buta'n scena
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