Un poeta dialettale friulano, imitatore del Béranger

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idilliaca e lugubre, e questo specialmente dopo il trenta, per opera di una tarda efflorescenza tra noi sempre ultimi a sentir l’efficacia delle nuove correnti letterarie di quel genere di poesia : onde i versi ispirati alle bellezze della natura die lo fanno rivale del Meli, e la gnot dei muarts, le poesie in morte del Bricito, del Tornatimi, ecc. die ricordano felicemente lo Toung, di cui allora correvano tra noi, abbastanza comuni, le notti , nella traduzione del Loschi ( 3 ). L’efticacia di queste due correnti, la classica di scuola e la sentimentale di moda, non dovrebbe sfuggire ad alcuno die s’occupi dello Zorutti,

( 3 ) I rappresentanti della nostra scuola classicista erano di un’ombrosità spaventevole! «Quello che mi ferisce ['animo si è, che se Milton conobbe tanto merito nel poema d’Krasmo, che si determinò a ricantar egli sullo stesso argomento, non seppe imitarne poi la castigata maniera, quando nel Paradiso perduto offronsi ad ogni tratto Torme palesi del romanticismo». Così l’abate Angelo Feruglio, paragonando nel 1825, [Elogio di Erasmo Valvasone detto nell’ Accademia di Udine, ecc. premesso al VAngeleida Udine, Matti uzzi, 1825] VAngeleida al Paradiso perduto , non senza intenzione polemica, come si vede, contro coloro che ai suoi tempi seguivano Torme degli scrittori stranieri, romantici, «ai quali comunque siasi, pare che la natura fosse mai sempre ritrosa nel palesare le vere e caste suo bellezze. » Ed ora, musa romantica, scrivi ancor questa! E mentre altrove Io psendo classicismo della scuola monti ana 7 e più di quella anacreontica, era bello seppellito, fra noi si pubblicavano ancora nel 1843, fresche per nozze, Anacreontiche di Fileno a Nice. Gli abati però già da tempo s 1 eran veduto invadere il terreno dalla zizannia: non dal romanticismo, no, che riuscirono a tener lontano (passata la breve burrasca sollevata nel 1833 dal Besenghi degli Ughi e della quale qualche traccia deve pur essere rimasta nello Zorutti) fin dopo il quaranta, quando entrò trionfalmente col Zambelli e col Cleoni, ma dal sentimentalismo arcadico o lugubre. Onde lo Zorutti, mentre pur pensava le sue allegre canzonature contro i romantici, scriveva, fin dal 1835, la gnau d’avidi [Par lis gnozsis