Un poeta dialettale friulano, imitatore del Béranger

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tonari (vii otis) e mai mai in endecasillabi ( s ). Eil friulano ha anche dovizia di parole tronche. Se non fosse questo, nè pure l’agilità e la festività dello spirito zoruttiano, servirebbe a spiegarci in maniera soddisfacente, come in un dialetto cosi aspro e forte vibri, più che nel toscano, lo spirito della canzonetta francese. Pietro Zorutti fu sempre ritenuto, dai cultori del nostro dialetto, originalissimo ; massime perchè si pensava che la poca o nessuna coltura sua non poteva aprirgli gran fatto la via all'imitazione. Costoro per farlo apparire originale, gli negarono perfino quel po’ di coltura che è disonorevole il non possedere, e che d’altronde risulta dai suoi scritti.

II.

Ma lo Zorutti, ch’era cresciuto, negli ultimi anni dell’impero e nei primi della restaurazione, contento al quia della scuola classica, spadroneggiarle fra noi con tre abati, il Quirico, il Feruglio e il Peruzzi, (onde poi il suo antiromanticismo), aveva subito l’influsso della letteratura sentimentale,

( 2 ) Gli endecasillabi delle poesie religiose popolari pubblicate dal Gortani sulle Pagine Friulane sono da attribuirsi alla derivazione italiana di quei canti; derivazione che si potrebbe arguire dagli italianismi di lessico, di morfologia, di sintassi, quando pure una discreta coltura folk-loristica non ne additasse i modelli in lingua. L’endecasillabo anzi può ritenersi nella produzione popolare friulana corno un indizio certo di derivazione letteraria o di provenienza dalla poesia popolare d’altre regioni. Talvolta il popolo muta l’endecasillabo in duo quinari o senari tronchi o piani; come nella poesia pel Natale, che il co: Ermes di Colloredo ha tentato di rassettare in quartine, e della cui derivazione italiana Maria Vaccaro Ostermann, {Il teatro dialettale friulano , Udine, 1907, p. 20 e sogg•), non mostra di accorgersi, corno non s’era accorto suo padre [Pag. fr . Anno I, Ij.